Non servono leggi, norme, divieti, multe: basterebbe semplicemente l’uso del buon senso e di un minimo di buona educazione combinata con il rispetto degli altri. La musica a mare, sparata spesso ad alto volume dalle barche di varie dimensioni, dagli yacht e dai gommoni, è una sorta di atto osceno in luogo pubblico, un famoso reato previsto dal codice penale.
I motivi dell’oscenità, in questo reale anche se non sanzionabile con l’articolo del codice penale, sono persino banali. Il mare è di tutti, un “luogo pubblico” appunto, e tutti vanno rispettati. Se arrivo in una baia e inizio a mettere la musica come se fossi in una discoteca di Ibiza, il primo risultato è disturbare i miei vicini, che possono essere anche tanti, per esempio durante i giorni delle vacanze estive o nei fine settimana.
Il secondo risultato è disturbare la musica del mare, quella fatta di dolci e piacevoli rumori naturali. Le onde, il vento, i sussurri delle correnti. Sprecare il sottofondo musicale del mare per dare spazio a una hit parade che si può ascoltare in qualsiasi momento della giornata, anche a mare e con delle cuffie senza disturbare nessuno, prima di essere un atto osceno,un impasto di maleducazione e di indifferenza, è una prova di stupidità e di ignoranza. Due caratteristiche tipiche di quella specie antropologica in decisa crescita demografica chiamata “i cafoni del mare“.
Qualcuno può obiettare: ma ai ragazzi piace la musica, lasciamoli in pace a divertirsi anche quando sono in acqua, magari in gruppo, con gommoni e motoscafi. Infatti, il problema non sono i ragazzi (tutti abbiamo fatto anche di peggio alla loro età, e non vanno censurati, ma semmai educati), quanto i genitori, gli zii, i nonni.
Se incontrate un cafone del mare in versione discoteca in barca, vi accorgete che di solito ha un’età matura, ride beffardo, balla sguaiato, urla, beve come se fosse al bar di di una qualsiasi località turistica alla moda.Dubitiamo che in questo modo, con il gesto osceno della musica a mare, si stia divertendo. Semplicemente si esibisce, e concede libero sfogo al suo narcisismo in versione marina, calpestando la ricerca di pace, relax, tranquillità, piacere della buona compagnia e della conversazione, dei malcapitati vicini di barca.
In casi del genere, se siete tra gli sfortunati spettatori della performance del dj in motoscafo, non vi resta che provarci, quasi con un tono da preghiera: “Scusi, le dispiace abbassare o magari spegnere la musica?”. Provateci, ma siate anche pronti a ricevere una risposta che vi potrebbe stendere, e non al sole, ma a terra: “Il mare è di tutti, e a me piace la musica. Lei può andare altrove…”. Amen.
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