Coronavirus, l’arma dei test sierologici per avere una mappa dell’infezione

Come funzionano i test del sangue per il coronavirus. Tutto si gioca sulla presenza di due tipi di anticorpi nel sangue. La patente di immunità è la strada scelta dalla Germania per il ritorno progressivo alla normalità

patente di immunità dal coronavirus

In attesa del vaccino e di farmaci mirati ed efficaci, rappresentano (a parte le misure preventive) la cosa più importante di cui disponiamo per capire su larga scala come procede la diffusione del virus. E innanzitutto identificano che può considerarsi fuori al cento per cento dal rischio contagio, al punto da avere conseguito una patente di immunità.

PATENTE DI IMMUNITÀ DAL CORONAVIRUS

Si tratta di test sierologici che, attenzione, non sono diagnostici e non sostituiscono i tamponi, ma servono a misurare l’eventuale presenza di anticorpi. Per poi verificare se, come e quando c’è un’infezione. Il test sierologico altro non è che un rapido esame del sangue che misura la presenza di anticorpi per il Covid-19 e se una persona è entrata in contatto con il virus.

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TEST SIEROLOGICI PER PATENTE DI IMMUNITÀ

Le modalità sono di due tipi. Per il test rapido basta una goccia di sangue ottenuta semplicemente pungendo il dito: il risultato si ottiene in 15 minuti. Il test in laboratorio, invece, si ottiene attraverso un normale prelievo del sangue, è disponibile dopo alcuni giorni, ma la sua attendibilità è più alta del test rapido. 

COS’È IL TEST SIEROLOGICO

Che cosa misura il test? La cosa più importante, e proviamo a spiegarla con le parole più semplici, è la presenza di alcuni anticorpi, e in particolare due, IgM (immunoglobuline M) e IgC (immunoglobuline C), che indicano la situazione della persona rispetto all’infezione. Nel caso ci siano gli anticorpi IgM l’infezione è recente e in corso, visto che si tratta di anticorpi che si manifestano entro sette giorni dai primi sintomi. Nel secondo caso, gli anticorpi IgC compaiono dopo circa 14 giorni e permangono a lungo anche quando il paziente è guarito. A quel punto chi si è sottoposto al test sierologico e ha ottenuto questo risultato può contare su una patente di immunità: non può né ammalarsi di Covid-19 né tantomeno infettare qualcuno. È come se fosse un soggetto vaccinato. Non a caso, da diverse indagini fatte su pazienti guariti, nel loro sangue sono sempre stati trovati anticorpi IgC.

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COME FUNZIONANO I TEST SIEROLOGICI PER IL CORONAVIRUS

I gruppi di ricerca che stanno mettendo a punto test sierologici per il coronavirus, anche con una buona collaborazione tra aziende private e istituzioni pubbliche, sono diversi e sparsi in tutta Italia e il Consiglio superiore della Sanità ha preso tempo in quanto vuole «dati solidissimi e di assoluta affidabilità». Tra gli esami ematici più interessanti per il coronavirus c’è quello messo a punto con la collaborazione tra il Policlinico San Matteo di Pavia e il gruppo farmaceutico DiaSorin. I risultati sono considerati molto buoni, e ricercatori e industriali aspettano la certificazione CE per l’Europa e quella della Food and Drug Administration per gli Stati Uniti.  Al momento sappiamo che questo prelievo costa 5 euro, possono essere processati circa 500mila campioni al giorno e il responso arriva in meno di un’ora.

TEST SIEROLOGICI RAPIDI PER IL CORONAVIRUS

Mentre in Italia si attendono i vari via libera, la Germania ha già scelto la strada dei test sierologici per fare screening di massa, al ritmo, nella fase iniziale, di almeno 100mila alla settimana. L’obiettivo è quello di avvicinare i tempi del ritorno alla normalità, con tutte le precauzioni e con una ragionevole conoscenza della situazione sanitaria, in merito al coronavirus, di buona parte della popolazione. Ma ci sono anche altri vantaggi dei test sierologici in questa fase, tra i quali uno che i ricercatori considerano molto importante: le indicazioni che arriveranno da analisi così diffuse, anche per quantità, rispetto alle reazioni del sistema immunitario con l’arrivo del Covid-19. Insomma, il test consentirà di scoprire qualcosa di sostanziale sul maledetto coronavirus, finora ancora troppo giovane per essere conosciuto a fondo. E queste notizie serviranno anche a chi lavora per il vaccino. Intanto aiuteranno le persone a uscire in sicurezza, sapendo però che non è accertato sul piano scientifico quanto possa durare la patente di immunità, mesi o anni. Altra risposta definitiva che i test di massa potrebbero fornire. 

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QUANTO COSTANO I TEST SIEROLOGICI 

Appena si è capita l’utilità di questi test, facilmente reperibili con le capacità organizzative delle case farmaceutiche che li producono, è scattata la corsa alla speculazione. Sfrenata. I dati di partenza sono due. Un’importante multinazionale, la Diasorin, che produce il test in Italia ed è pronta a venderlo su larghissima scala, annuncia un costo attorno ai 5 euro a confezione. Secondo dato: nelle Asl, dove il test dovrebbe essere fatto a livello nazionale, il costo al consumatore-cittadino sarebbe di 11 euro. Non mutuabile. 
Nella realtà le cose stanno andando molto diversamente. Un piano nazionale ancora non esiste, e i tanti test in commercio devono ancora essere validati dall’Istituto superiore della Sanità. Da dove fanno sapere che senza questa vidimazione i test non avranno alcuna validità. 
Intanto, nell’incertezza a livello centrale, e nel buio dei soliti ritardi, le regioni avanti per la loro strada. E i test sono partiti in Emilia-Romagna, Liguria, Veneto, Toscana e Lazio. Ma non nelle strutture pubbliche, e soltanto nelle cliniche private. Qui le cifre oscillano in un mercato ridotto a Far west, al punto che la Regione Lazio ha dovuto fissare un cifra-tetto per i test sierologici: 45 euro. Ma secondo le denunce arrivate alle associazioni dei consumatori le richiesta vanno dai 100 ai 150 euro. Pura e ingiustificata speculazione.

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