Il consiglio a Sinner: diventi cittadino residente in Italia

Un'occasione da non sprecare: pagherebbe più tasse, certo, ma potrebbe rovesciare l'immagine di un campione che elude il fisco. E diventerebbe un simbolo di onestà contributiva.

Jnnik Sinner

Jannik Sinner, il grande campione del tennis italiano e mondiale, amato e anche contestato per la sua residenza nel Principato di Monaco, a Montecarlo (dove si è trasferito nel 2020), scelta per ovvi motivi fiscali, ha un’occasione unica che potrebbe non sprecare: diventare davvero cittadino italiano, ovvero residente in Italia. 

D’altra parte il suo successo ovunque è abbinato al nome del nostro Paese, e spostando di nuovo la sua residenza in Italia, Sinner potrebbe rovesciare a suo favore, ma anche di tutti i concittadini, lo storytelling che lo descrive come un simbolo dell’evasione\elusione fiscale riservata impunemente a personaggi ricchi e famosi. E potrebbe trasformarsi, piuttosto, in una sorta di portabandiera delle persone che pagano le tasse, anche quando potrebbe evitarle. 

Un testimonial naturale, una volta tanto senza incassare compensi dagli sponsor, di una immaginaria campagna pubblicitaria intitolata Perché serve pagare le tasse, cosa che non fa piacere a nessuno ma è indispensabile per tutti.

Non facciamo i moralisti a buon mercato: Sinner ha tutto il diritto di non essere residente in Italia, giocando, da straordinario numero uno al mondo, e producendo reddito in tanti paesi dove disputa i suoi tornei, può decidere di pagare le tasse dove gli risulta più conveniente. Anche se non è l’Italia, la sua patria (anche qui poche chiacchiere: fino a prova contraria l’Alto Adige fa parte dell’Italia).

Sinner è diventato molto ricco, guadagnando tanti soldi in modo onesto anche se forse esagerato (ma queste sono le regole dell’odierno star system dello sport), a soli 23 anni. Ha davanti una lunga carriera che sarà certamente costellata di successi: stiamo parlando di un tennista come se ne vede uno ogni mezzo secolo, e Sinner è destinato a restare per molto tempo da protagonista indiscusso dello sport, e non solo del tennis.

 
 
 
 
 
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Non vogliamo fare i conti in tasca al giovanissimo campione (non siamo agenti del fisco nè italiano nè monegasco), ma stando ai dati ufficiali e ufficiosi, Sinner viaggia a un ritmo di guadagni (tra premi, sponsorizzazioni e altre voci) tra i 40 e i 50 milioni di dollari all’anno, e ha già accumulato un patrimonio con il quale possono stare tranquilli lui e la sua famiglia per almeno un paio di generazioni.

Ma se davvero non vuole sprecare questa ricchezza, costruita sul talento, la preparazione agonistica, la disciplina e la cura di ogni dettaglio del suo gioco e della sua inaffondabile concentrazione, Sinner dovrebbe riflettere seriamente sulla possibilità di fare un beau geste: diventare un cittadino italiano a tutti gli effetti e versare alle casse del nostro Paese le tasse sui suoi redditi.

Perderebbe molti soldi? Sicuramente. Ma nella vita, anche in quella di un campione di questa caratura, diventato tale grazie ai suoi meriti e non per “grazia ricevuta”, il denaro non può mai essere l’alfa e l’omega delle scelte di fondo della propria esistenza.

Pagando le tasse nel Paese per il quale lui è conosciuto nel mondo (un campione italiano, e non certo del Principato di Monaco) Sinner allontanerebbe in modo definitivo qualsiasi ombra sulla sua carriera. Anzi. Grazie all’immensa popolarità di cui gode, potrebbe diventare un testimonial ideale per avvicinare le persone ai doveri fiscali, che in Italia troppi cittadini considerano “non pervenuti”.

 
 
 
 
 
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Un interessante libro, pubblicato di recente, Effetto Sinner (edizioni Luiss University Press), scritto dai professori Cesari Amatulli e Matteo De Angelis, entrambi docenti alla Luiss, esamina in modo dettagliato l’impatto positivo di Sinner, grazie alla sua professionalità e alla sua popolarità, sui comportamenti sociali del suo pubblico, innanzitutto italiano. E ciò grazie all’esempio che Sinner, con la sua avventura di giovanissimo re del tennismondiale, offre a tutti.  <Sinner ha fatto una sorta di miracolo da diversi punti di vista – scrivono i due autori – e anche rispetto alle scelte di vita quotidiana degli italiani>. E perché non inserire tra queste scelte anche la possibilità di essere un contribuente onesto che ama e rispetta il proprio Paese?

Fonte immagine di copertina: janniksin/Instagram

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