di Alessandro Longo
Sognate un iPhone ma vi blocca l’idea di spendere 500-700 euro? Si può trovare, come nuovo, con 200-300 euro di sconto. Avete nostalgia dei cellulari di un tempo? A 19 euro si può prendere un Nokia 3310, modello ormai introvabile nei negozi. � il fenomeno dei cellulari “rigenerati”: usati, rimessi a nuovo e poi rivenduti da aziende specializzate. Nel mondo è il momento del boom: la principale azienda è l’americana ReCellular, che ha fatturato 66 milioni di dollari nel 2010 e nel 2011 prevede una crescita del 50 per cento. Nel 2010 ha venduto o riciclato 5,2 milioni di cellulari, contro i 2,1 milioni del 2009.
Anche in Italia sta diventando un business. Si raccolgono i cellulari usati, si riparano, si sostituiscono le parti graffiate o danneggiate e si rivendono.
Difficile distinguerli dal nuovo. Quelli troppo danneggiati si smontano e si vendono le parti, al chilo, ad aziende specializzate nel riciclo dei componenti.
La prima vetrina è sul Web: Spazio Digitale (Vendutissimo.it), Cometox (Comprocellulari.it), Dinolab (Celluvale.it).
I cellulari rigenerati sono disponibili anche sui normali negozi e-commerce; specializzato in questi prodotti è invece Doyoubuy.com (di Spazio Digitale). “Raccogliamo e rigeneriamo 2 mila modelli al mese, ma secondo le nostre stime in Italia c’è un potenziale di 6 milioni di pezzi all’anno”, dice Giovanni Sapere, titolare di Spazio Digitale. Anche perché è un business con alti margini: “Un cellulare che compriamo a 100 euro dagli utenti, lo ripariamo spendendo 15 euro in media, tra manodopera e pezzi di ricambio, e poi lo rivendiamo a 200 euro”, dice. I modelli più popolari? “L’iPhone ma anche tantissimi cellulari ormai fuori commercio. Soprattutto di Nokia. Il 6310 è richiestissimo dalle aziende”.
Più grande è il giro d’affari di Celluvale: “Nel 2010 abbiamo raccolto 700 mila telefonini; non solo dagli utenti, ma anche dagli operatori e dalle aziende”, dice Gerardo Taglianetti, ideatore del servizio presso Dinolab. La spesa totale per acquistarli dagli utenti è stata di circa un milione di euro. “Poi li ricicliamo oppure li rivendiamo all’estero, per la maggior parte nei paesi in via di sviluppo: soprattutto nell’Africa del Nord e nel Medio Oriente, tramite partner locali, che si occupano anche di rigenerare i prodotti”, continua.
“� un servizio che fa bene all’ambiente, ma non è sempre conveniente per il consumatore”, fa osservare Marco Pierani, responsabile rapporti istituzionali di Altroconsumo: “Spesso lo sconto lo sconto è risicato e il rigenerato ha solo un anno di garanzia (invece di due)”, continua.
Il consiglio quindi è di “pretendere la consegna della scheda di riparazione e della documentazione relativa alle caratteristiche, senza le quali è difficile far valere la garanzia”. E poi, caccia all’affare.