“Il Capitale Umano” di Virzì è il primo film italiano ecosostenibile e non sprecone

L’intero ciclo produttivo del film è stato strutturato in chiave green e ha permesso di limitare al massimo gli sprechi di energia, ridurre le emissioni inquinanti e i rifiuti e favorire l’economia locale.

Realizzare un film cercando di ottimizzare il consumo di energia, ridurre gli sprechi e le emissioni inquinanti: un traguardo raggiunto dal cinema italiano con l’ultimo film di Paolo Virzì dal titolo “Il Capitale umano” attualmente nelle sale cinematografiche.

FILM ECOSOSTENIBILE E NON SPRECONE – Quello diretto dal regista livornese e che vede tra i protagonisti Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Valeria Bruni Tedeschi, Luigi Lo Cascio e Fabrizio Gifuni, avendo aderito ai parametri di Edison Green Movie, il primo protocollo per le produzioni cinematografiche a impatto zero che si pone come obiettivo quello di ridurre le emissioni nocive derivanti dalla realizzazione di un film, si è aggiudicato il titolo di primo film italiano ecosostenibile.

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L’intero ciclo produttivo del film è stato infatti strutturato in chiave green e soprattutto non sprecona sia dal punto di vista delle risorse sia del risparmio economico ottenuto.

Dai pasti fino alla scelta delle luci, tutto ha contribuito all’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale del film. Ad esempio, al posto dei gruppi elettrogeni si è optato per un allaccio temporaneo alla rete elettrica e questo ha permesso tagliare le emissioni di anidride carbonica del 75 per cento. Il prelievo di energia dalla rete elettrica associato all’utilizzo di bank di neon a batteria per le riprese in ambienti interni, ha inoltre permesso di risparmiare quasi 40 mila euro.

L’allestimento di una cucina da campo sul set e l’uso di stoviglie riutilizzabili ha permesso invece di evitare l’inquinamento prodotto dal trasporto dei pasti e di ridurre notevolmente i rifiuti derivanti dall’uso di piatti e posate usa e getta. Si è scelto inoltre di privilegiare solo prodotti a Km zero e questo ha apportato senza dubbio un importante beneficio per l’economia locale.

Fonte: Studio Lucherini Pignatelli

E ancora: la sostituzione delle bottigliette d’acqua con un boccione da 18 litri ha fatto sì che in due mesi di produzione siano stati utilizzati 170 boccioni d’acqua e non 6120 bottiglie come sarebbe avvenuto in caso contrario.

Semplici accorgimenti che, se adottati da tutte le produzioni cinematografiche porterebbero a una riduzione di emissioni pari a 1.120 tonnellate di CO2, equivalenti a quelle relative all’illuminazione pubblica annuale di un comune di oltre 10.000 abitanti.

Il trailer del film

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