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Efficienza energetica: se la facciamo il pil cresce del 2 per cento. E si creano 300mila nuovi posti di lavoro

La lotta agli sprechi energetici è un obiettivo strategico per il sistema Paese. Ci sarebbero più lavoro e meno inquinamento. E un risparmio di 9 miliardi l’anno per l’acquisto di petrolio

EFFICIENZA ENERGETICA ENEL –

Quanto vale l’efficienza energetica? Che cosa può dare al sistema Paese la lotta agli sprechi in un settore così strategico? Gli ultimi dati arrivano dalla ricerca «Stato e prospettive dell’efficienza energetica in Italia» realizzata dal Centro Studi dell’Enel in collaborazione con l’Energy Strategy Group del Politecnico di Milano. E sono numeri molto significativi. Il primo effetto, e lo ricordiamo spesso su questo sito, riguarderebbe la leva sulla crescita economica, cioè l’aumento del pil, calcolato attorno al 2 per cento in presenza di uno scenario “moderato” di interventi. Secondo effetto: l’occupazione.

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EFFICIENZA ENERGETICA POSTI DI LAVORO –

Si potrebbero creare nuovi posti di lavoro, lungo tutta la filiera dell’efficienza energetica, pari a circa 300mila unità. Poi l’Italia avrebbe un beneficio sulla bilancia energetica con una riduzione fino a 17 milioni di Tep (Tonnellate equivalenti di petrolio) con un risparmio sulle importazioni pari a 9 miliardi di euro l’anno.

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EFFICIENZA ENERGETICA BENEFICI AMBIENTALI –

Infine, i benefici ambientali: un abbattimento delle emissioni di anidride carbonica pari a 50 milioni di tonnellate l’anno nei centri urbani, grazie specialmente alle nuove tecnologie. La lotta agli sprechi energetici, dunque, significa più crescita economica (sana, e non drogata), più lavoro, e meno acquisti di petrolio e inquinamento.

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