La somatizzazione è uno dei fenomeni più emblematici del forte legame che esiste tra mente e corpo, un concetto noto fin dall’antichità, ma che solo negli ultimi decenni si è iniziato a comprendere a fondo, così come i meccanismi che lo governano.
Somatizzare è un processo per cui un disagio psicologico trova una via di espressione fisica, manifestandosi attraverso sintomi corporei reali e spesso invalidanti.
Ma cosa vuol dire somatizzare un disagio psichico, come funziona questo processo e come riconoscerne i sintomi. Ecco tutto ciò di cui c’è bisogno di sapere sulla somatizzazione.
Indice degli argomenti
Cosa significa somatizzare: il significato
Il termine “somatizzare” deriva dal greco soma (corpo) e, come definito dall’enciclopedia Treccani, indica la “tendenza a convertire processi psichici, spec. conflittuali, in manifestazioni somatiche”.
In termini medico-scientifici, la somatizzazione è un meccanismo psicologico, in gran parte involontario, che trasferisce una sofferenza emotiva (come ansia, stress, rabbia o dolore non elaborato) sul corpo.
È fondamentale sottolineare che i sintomi somatici non sono inventati né simulati. La persona che somatizza avverte un dolore o un disturbo fisico reale, che però non trova una spiegazione in una patologia organica definita.
La somatizzazione è caratterizzata da una preoccupazione sproporzionata per i propri sintomi fisici, che porta a un significativo disagio e a una compromissione della vita quotidiana.
Il meccanismo psicofisiologico della somatizzazione
La somatizzazione si verifica quando il sistema nervoso autonomo, che regola funzioni corporee involontarie come il battito cardiaco, la respirazione e la digestione, viene iperattivato da uno stato di stress psicologico cronico.
Questa iper-attivazione, mediata da ormoni come il cortisolo e l’adrenalina, può portare a numerose disfunzioni a livello corporeo.
In pratica, l’energia psichica legata a un conflitto o a un’emozione che non viene espressa verbalmente o elaborata a livello conscio, viene “dirottata” su un organo o un apparato, che diventa il bersaglio della sofferenza.
Cosa vuol dire somatizzare l’ansia
Somatizzare l’ansia è una delle manifestazioni più comuni di questo processo.
L’ansia è uno stato di allerta psicofisiologico e, quando diventa cronica o eccessiva, il corpo reagisce come se fosse costantemente sotto minaccia.
Questo si traduce in una serie di sintomi fisici specifici, che spesso portano la persona a consultare vari medici senza trovare una causa organica.
I sintomi più comuni dell’ansia somatizzata includono:
- Apparato gastrointestinale: gastrite, colon irritabile, crampi addominali, nausea, diarrea.
- Apparato cardiocircolatorio: tachicardia, palpitazioni, dolori al petto, ipertensione.
- Sistema muscolo-scheletrico: cefalea tensiva, dolori muscolari (soprattutto a collo e spalle), contratture, fibromialgia.
- Sistema respiratorio: sensazione di soffocamento, fame d’aria (dispnea), asma.
- Pelle: dermatite, orticaria, psoriasi, eccessiva sudorazione.
Somatizzare un dolore o una malattia
Somatizzare un dolore significa trasformare una sofferenza emotiva profonda, come un lutto, una delusione o un trauma, in un dolore fisico localizzato e persistente.
Il dolore somatico diventa il simbolo di un malessere interiore che non si riesce ad affrontare.
Con l’espressione “somatizzare una malattia” ci si riferisce a un quadro più complesso, noto in ambito clinico come disturbo da sintomi somatici.
In questo caso, il paziente non solo manifesta uno o più sintomi fisici che causano disagio, ma sviluppa pensieri, sentimenti e comportamenti eccessivi riguardo a questi sintomi.
La preoccupazione per la presunta malattia diventa centrale nella vita della persona, portandola a sottoporsi a continui e inutili accertamenti medici, con la convinzione di avere una grave patologia non diagnosticata, anche a fronte di rassicurazioni mediche.
Sintomi comuni della somatizzazione
Sebbene possano colpire qualsiasi parte del corpo, i sintomi somatici più frequentemente riportati sono:
- Dolore: mal di testa, mal di schiena, dolori articolari, dolori addominali.
- Sintomi gastrointestinali: nausea, gonfiore, sindrome dell’intestino irritabile.
- Affaticamento cronico e debolezza.
- Sintomi neurologici: vertigini, stordimento, perdita di equilibrio.
- Sintomi cardiopolmonari: dolore toracico, mancanza di respiro, palpitazioni.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi di un disturbo da somatizzazione è complessa e viene fatta per esclusione, dopo che approfonditi esami medici hanno escluso la presenza di una patologia organica. Il medico valuta la storia clinica del paziente e la sproporzione tra i sintomi lamentati e i riscontri oggettivi.
Il trattamento più efficace è la psicoterapia, in particolare l’approccio cognitivo-comportamentale (TCC).
La terapia aiuta il paziente a:
- Riconoscere il legame tra il disagio psicologico e i sintomi fisici.
- Imparare a gestire lo stress e le emozioni in modo più funzionale.
- Modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali legati alla preoccupazione per la propria salute.
In alcuni casi, lo psicoterapeuta può lavorare in sinergia con un medico psichiatra, che può valutare la prescrizione di farmaci (come gli antidepressivi SSRI) per gestire i sintomi ansiosi o depressivi sottostanti.
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