Come si fa l’autostop in sicurezza

Una bella e comoda esperienza, da non sprecare, che presenta diversi vantaggi

autostop gestito dal comune

Premessa: l’autostop in Italia, su scala nazionale, è consentito, tranne che sulle autostrade (qui si può fare solo dalle aree di servizio e all’ingresso dei caselli) e sulle strade extraurbane principali, inclusi raccordi e svincoli. Questo è quanto prevede il Codice della strada (articolo 175). Poi possono esistere specifici divieti locali, ma in generale l’autostop è una bella e comoda esperienza, da non sprecare, che presenta diversi vantaggi, e non solo in termini di risparmio.

Consigli per l’autostop

Ma come si fa l’autostop in sicurezza, senza rischiare qualche brutta sorpresa, e riuscendo a farsi caricare? Vediamo qualche consiglio utile.

  • Informatevi su dove è legale fare l’autostop, le regole cambiano per ciascun paese. Ed è fondamentale non rischiare multe, anche pesanti.
  • Scegliete una posizione strategica, preferibilmente dove le auto viaggiano a bassa velocità e possono fermarsi facilmente. Quindi, per esempio: mai chiedere un passaggio allungando il dito in una curva: state soltanto sprecando il vostro tempo.
  • Evitate strade dove le auto passano ad alta velocità o non possono fermarsi facilmente.
  • Il look conta: un abbigliamento troppo trasandato riduce al lumicino le possibilità di essere caricati. E niente occhiali da sole: il contatto visivo e un sorriso possono essere molto convincenti.
  • Siate flessibili: anche un breve passaggio è utile, possono bastare un paio di chilometri per raggiungere un punto più strategico, e inoltre il viaggio, a tappe, può diventare più divertente.
  • Essere in coppia presenta vantaggi (magari induce l’automobilista a essere più disponibile) e svantaggi (due persone insieme possono spaventare)
  • Fidatevi sempre di ciò che sentite: se qualcosa vi mette a disagio, ringraziate, ma rifiutate cortesemente il passaggio.
  • Guardate se ci sono altri passeggeri e valutate velocemente la situazione prima di salire.
  • Meglio viaggiare di giorno e in luoghi frequentati.
  • Evitate orari notturni o zone troppo isolate.
  • Non dormite e rimanete vigili in macchina: per sicurezza, ma anche per buona educazione.

A che cosa fa bene l’autostop

L’autostop non va di moda, anche perché ormai è passata la linea di “non parlare con gli sconosciuti”. Non sempre validissima. Bisognerebbe non spaventarsi: parlare con gli sconosciuti fa bene, e contribuisce al proprio benessere personale. Una ricerca pubblicata su The Psychologist, racconta i tanti vantaggi legati alla possibilità di scambiare, anche solo qualche parola, con persone mai incontrate nella vita. Matura l’opportunità di apprendimento e di nuove conoscenze, stimola la nostra curiosità, può consentirci di apprendere nuove informazioni e nozioni. Inoltre parlare con gli sconosciuti migliora l’umore, aiuta a vincere forme di timidezza e di chiusura, apre spazi all’empatia. E pazienza se poi, nella vita reale, possono esserci anche esperienze negative: fa parte del gioco.

Quelle quattro chiacchiere scambiate con uno sconosciuto, proprio durante un breve percorso in auto, insieme, altro non sono che una pennellata di colla per provare a rimettere insieme i cocci della nostra solitudine quotidiana. La solitudine dell’avere sempre fretta, di un correre senza neanche chiedersi un secondo verso dove e per quale motivo, di accumulare, in modo compulsivo, ansie da prestazioni, da impegni, e scadenze da rispettare. La solitudine solipsistica di una vita sul web, dunque virtuale, e di relazioni che sfumano, o restano intrappolate, nella magica e ahimè preziosissima palude della Rete.

D’altra parte chiunque di noi è consapevole di quanto abbiamo bisogno, come l’ossigeno, di relazioni. Anche brevi, in quanto la profondità in questo caso non è data sempre e comunque dal tempo. E abbiamo bisogno di incontrare altri, anche solo per mettere le orecchie a terra, cercando di selezionare qualcosa che non sia il rumore nel frastuono della vita quotidiana. Altri che, inconsapevolmente, ci prendono per mano e ci portano almeno a qualche centimetro di distanza dal nostro ombelico, dove quasi sempre il nostro narcisismo punta gli occhi.

Dove è più facile essere caricati in auto con l’autostop

Infine, i risultati dipendono anche dai luoghi dove si pratica l’autostop. A Roma, per esempio, la capitale dell’indifferenza, è raro, rarissimo, che qualcuno si fermi e mi carichi a bordo. Tutti sfrecciano, bussano, incapsulati in qualche cuffietta per parlare con lo smartphone. A Napoli, come in Veneto, gli automobilisti sono più generosi. Per non parlare della Sicilia, ma anche nella Sardegna dei legami forti con il territorio, il mio autostop produce risultati migliori. Un ultimo dettaglio: è più facile essere raccattati in strada nei piccoli centri, nelle località turistiche non troppo trafficate (specie in montagna più che al mare), nei borghi, dove guarda caso la dimensione della vita di comunità non si è ancora spenta nel buio delle relazioni umani virtuali, o dell’indifferenza.

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