Botulino: cos’è e come evitare l’intossicazione

Prolifera in assenza di ossigeno e in ambienti poco acidi. Gli alimenti più a rischio sono le conserve vegetali, sott'olio e con acqua. Si può prevenire con le giuste accortezze. L'igiene prima di tutto.

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Il botulismo è una malattia rara ma potenzialmente letale causata dal botulino. Questo batterio è responsabile dell’intossicazione botulinica, una condizione medica grave che richiede un’elevata attenzione sia a livello di sanità pubblica sia nella vita quotidiana, soprattutto per quanto riguarda la preparazione e conservazione degli alimenti. Esistono diversi metodi che possono aiutare a debellare la formazione della tossina, colpevole di causare questa patologia. Importante per prevenirne le cause a monte, e non sprecare vite.

Cos’è il botulismo?

Il botulismo è una malattia neuro-paralitica grave causata dalla tossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum, più comunemente noto come botulino.

Questo microrganismo è un batterio anaerobio obbligato, il che significa che cresce e prolifera in assenza di ossigeno. Le sue spore sono ubiquitarie e si trovano comunemente nel suolo, nell’acqua e nel sedimento di ambienti marini e lacustri.

Le spore possono germinare, portando alla moltiplicazione delle cellule batteriche e alla conseguente produzione della tossina botulinica in condizioni ambientali favorevoli quali:

  • Assenza di ossigeno
  • Bassa acidità
  • Determinate temperature
  • Specifiche concentrazioni di sale

Esistono sette tipi di tossina botulinica (A, B, C, D, E, F, G), ma i tipi A, B, E e, più raramente, F sono quelli che causano il botulismo umano.

La tossina botulinica è una delle sostanze più tossiche conosciute in natura; agisce bloccando il rilascio di acetilcolina a livello delle giunzioni neuromuscolari, causando una paralisi flaccida.

Cause e tipi di botulismo

Il botulismo non è un’infezione nel senso classico del termine, ma un’intossicazione. La malattia si manifesta in diverse forme, a seconda della modalità di esposizione alla tossina:

  • Botulismo alimentare: È la forma più comune in Italia e si verifica in seguito al consumo di alimenti in cui il Clostridium botulinum ha prodotto la tossina.
  • Botulismo infantile: Colpisce i lattanti di età inferiore a un anno. È causato dall’ingestione delle spore del batterio, che germinano nell’intestino, si moltiplicano e producono la tossina in vivo. Il miele è uno degli alimenti più frequentemente associati a questa forma.
  • Botulismo da ferita: Si verifica quando le spore contaminano una ferita profonda, dove le condizioni di anaerobiosi permettono la germinazione e la produzione di tossina. È una forma rara, spesso associata all’uso di droghe per via iniettiva.
  • Botulismo da inalazione: È una forma che non si verifica naturalmente ma potrebbe essere causata per errore o per un atto di bioterrorismo attraverso l’aerosolizzazione della tossina.
  • Botulismo iatrogeno: Causato da un’errata somministrazione della tossina botulinica per scopi terapeutici o estetici (nello specifico i trattamenti botox estetici).

Sintomi

I sintomi del botulismo alimentare compaiono in genere tra le 12 e le 36 ore dopo il consumo dell’alimento contaminato, ma l’intervallo può variare da poche ore a oltre una settimana. La sintomatologia è prevalentemente neurologica e si manifesta con:

  • Paralisi flaccida simmetrica e discendente: La paralisi inizia dai nervi cranici e progredisce verso il basso, interessando tronco e arti.
  • Sintomi iniziali: Nausea, vomito, diarrea e dolori addominali possono precedere i sintomi neurologici.
  • Sintomi neurologici precoci: Visione annebbiata e sdoppiata (diplopia), dilatazione delle pupille (midriasi), difficoltà di messa a fuoco, secchezza delle fauci (xerostomia), difficoltà a deglutire (disfagia) e a parlare (disartria).
  • Progressione della malattia: La paralisi si estende ai muscoli della respirazione (diaframma e muscoli intercostali), causando insufficienza respiratoria, che rappresenta la principale causa di morte se non trattata tempestivamente.

Il paziente rimane cosciente e la sensibilità non viene alterata. Non è presente febbre, a meno di infezioni secondarie.

Come riconoscere un alimento contaminato

Riconoscere un alimento contaminato da tossina botulinica è estremamente difficile, poiché la tossina è inodore, insapore e incolore.

Il batterio, tuttavia, può produrre gas che alterano l’aspetto della confezione. È fondamentale prestare attenzione a:

  • Contenitori e coperchi: Coperchi metallici rigonfi, barattoli che all’apertura “sibilano” per la fuoriuscita di gas, o contenitori che presentano perdite sono segnali di allarme.
  • Aspetto dell’alimento: L’alimento potrebbe presentare un aspetto anomalo, con bollicine di gas, consistenza innaturale o odore sgradevole (ad esempio, di rancido o burro acido).
  • Separazione degli ingredienti: Una separazione anomala tra la parte liquida e solida può essere un altro indicatore.

Importante: In caso di dubbio, l’alimento non deve essere assaggiato né consumato e deve essere smaltito in sicurezza.

Alimenti a rischio

Gli alimenti più a rischio sono quelli che, per le loro caratteristiche, favoriscono lo sviluppo del Clostridium botulinum.

In Italia, la maggior parte dei casi è associata a conserve casalinghe. Gli alimenti più frequentemente implicati sono:

  • Conserve vegetali in olio o in acqua: Funghi, olive, peperoni, melanzane, fagiolini, asparagi, e in generale tutte le verdure poco acide.
  • Conserve di carne o pesce: Salumi (soprattutto se preparati in casa), tonno in scatola o sott’olio, e altre conserve ittiche.
  • Formaggi: In particolare, formaggi a pasta molle conservati in modo improprio.
  • Miele: Come già menzionato, è l’alimento più a rischio per il botulismo infantile e non deve essere somministrato ai bambini sotto l’anno di età.

Diagnosi

La diagnosi di botulismo si basa principalmente sull’osservazione clinica e sull’anamnesi del paziente, con particolare attenzione agli alimenti consumati nei giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi.

La conferma di laboratorio si ottiene attraverso:

  • Ricerca della tossina botulinica: Nel siero, nelle feci, nel vomito del paziente o in campioni dell’alimento sospetto.
  • Isolamento del Clostridium botulinum: Dalle feci del paziente (nel botulismo infantile e da ferita) o dalla ferita stessa.
  • Elettromiografia (EMG): Può mostrare risultati caratteristici della malattia.

Cure e trattamenti

Il trattamento del botulismo è un’emergenza medica e richiede il ricovero ospedaliero, spesso in terapia intensiva. La terapia consiste in:

  • Somministrazione di un’antitossina botulinica: È il trattamento specifico che neutralizza la tossina circolante nel sangue, impedendole di legarsi ulteriormente alle terminazioni nervose. È fondamentale che venga somministrata il più precocemente possibile.
  • Terapia di supporto: Include il monitoraggio costante della funzione respiratoria e, se necessario, la ventilazione meccanica assistita fino a quando i muscoli respiratori non riprendono la loro funzione.
  • Nutrizione e idratazione: Spesso somministrate tramite sondino naso-gastrico a causa della disfagia.

La guarigione è generalmente lenta e può richiedere mesi di riabilitazione per recuperare la forza muscolare.

Prevenzione: le regole d’oro

La prevenzione è l’arma più efficace contro il botulismo alimentare. Le buone pratiche igieniche e di preparazione degli alimenti sono fondamentali, specialmente per le conserve casalinghe.

  1. Igiene: Lavare accuratamente mani, superfici e utensili. Lavare bene le verdure per eliminare residui di terra.
  2. Acidificazione: Il Clostridium botulinum non si sviluppa in ambienti acidi (pH inferiore a 4.6). Per le conserve di verdura, è essenziale utilizzare aceto di vino con un’acidità pari o superiore al 6%.
  3. Salatura: Il sale contribuisce a controllare lo sviluppo del batterio. È importante seguire ricette validate che indichino le corrette concentrazioni di sale.
  4. Trattamento termico: La tossina botulinica è termolabile e viene distrutta da una cottura a 80°C per almeno 10 minuti. Le spore, invece, sono estremamente resistenti al calore. Per distruggerle nelle conserve a bassa acidità è necessario un processo di sterilizzazione a 121°C per almeno 3 minuti, ottenibile solo con attrezzature specifiche come l’autoclave. La semplice bollitura non è sufficiente a sterilizzare.
  5. Conservazione: Le conserve, una volta aperte, si devono conservare in frigorifero e consumate in breve tempo.
  6. Ispezione: Prima di consumare qualsiasi conserva, ispezionare attentamente il contenitore e l’alimento come descritto in precedenza. Nel dubbio, non consumare.

Seguendo scrupolosamente queste indicazioni, è possibile ridurre drasticamente il rischio di contrarre questa grave intossicazione.

Per informazioni sul botulino e possibili focolai in Italia: Istituto Superiore della Sanità

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