Formaggi, derivati del latte, e innanzitutto mozzarella. I rifiuti dell’industria casearia non sono pochi e spesso non sono facili da smaltire ma contribuiscono ad aumentare il livello generale di inquinamento. E dalla lotta a questo spreco, passando attraverso la porta dell’innovazione e della ricerca, on Puglia è nato un progetto molto interessante: realizzare eco-imballaggi proprio dagli scarti alimentari.
ECO-IMBALLAGGI DAGLI SCARTI DELLA MOZZARELLA
La prima cosa da notare è che il progetto nasce in una sede istituzionale, il centro di ricerca Enea di Brindisi, guidato da Valerio Miceli. Al suo fianco, la Regione Puglia con un generoso finanziamento. E poi imprenditori privati come il Caseificio dei Colli pugliesi e la start-up EggPlant. Il progetto si chiama Biocosì e punta al recupero di oltre l’80 per cento dei rifiuti ricavati dalla produzione di formaggi, burro e mozzarella.
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BIOCOSÌ
Dal recupero e dalla lavorazione di questi rifiuti, si arriva alle bioplastiche (che oggi valgono appena qualcosa in più dell’ 1 per cento di tutta la plastica prodotta nel mondo: vaschette per ricotta, yogurt, formaggi. Biodegradabili e compostabili. I grandi gruppi del settore, come Granarolo, sono molto interessati al progetto partito del centro di ricerca Enea, in quanto ne colgono i vantaggi per la loro attività. Da un lato un risparmio dei costi per le minori spese dovute allo smaltimento dei rifiuti caseari, e e dall’altro un costo inferiore degli eco-imballaggi di circa il 25 per cento rispetto al tradizionale packing.
Il progetto è candidato al Premio Non Sprecare 2022, nella sezione Istituzioni. Per candidare i vostri progetti, seguite le istruzioni fornite qui.
I PROGETTI IN CONCORSO PER IL PREMIO NON SPRECARE 2022: