Alberi a rischio: un terzo delle specie

L’indagine del Botanic Gardens Conservation International. In Italia distrutti solo in un’estate 20mila ettari di boschi. E a Roma muoiono i pini

I PAESI CON PIÚ SPECIE DI ALBERI A RISCHIO

Quanti sono gli alberi a rischio? Dove si trovano e quali sono i fattori che più mettono a repentaglio la loro vita? Quali sono i rimedi che possiamo immaginare per non sprecare un patrimonio fondamentale per il nostro futuro? E per lo sviluppo sostenibile del quale tanto si parla.

ALBERI A RISCHIO

Gli ultimi dati raccolti nel report State of the World’s Trees, frutto del lavoro, durato cinque anni, di centinaia di esperti coordinati dal Botanic Gardens Conservation International, descrivono con i numeri la seguente situazione: nel mondo esistono 58.497 specie di alberi e il 30 per cento sono a rischio. Di 442 specie di alberi ne restano al mondo meno di cinquanta esemplari.

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QUALI SONO GLI ALBERI PIÚ A RISCHIO

Nella lista rossa degli alberi più a rischio esistono alcune specie anche molto popolari, come nel caso del Ginkgo biloba in Cina, di alcuni baobab, delle magnolie americane e asiatiche. Ancora: sono in forte pericolo quattro tipi di querce in Africa, America Settentrionale e centrale, e gli alberi dei generi Aquilaria e Gonystylus, dalla cui resina si ricavano profumi e incensi. Anche gli aceri sono ai primi posti della lista degli alberi in pericolo. In Italia, dove soltanto nell’estate del 2021 sono stati distrutti dagli incendi 20mila ettari di alberi, è a forte rischio la zellkova siciliana che si trova solo sui monti Iblei e l’abete dei Nebridi.

I PINI DI ROMA A RISCHIO

L’epicentro degli alberi a rischio in Italia è Roma. Qui si trovano circa un milione di pini che fanno parte non solo del paesaggio e del contesto ambientale della capitale, ma anche della sua storia e della identità. Sono in forte pericolo per l’attacco a tutto campo della cocciniglia tartaruga, la Toumeyella parvicornis, che si sposta con il vento e succhia la linfa dei pini lasciando sugli aghi uno strato di melata che inibisce la fotosintesi e favorisce la proliferazione della muffa. Gli alberi così diventano molto deboli e muoiono. L’unico trattamento che ha prodotto risultati contro la micidiale cocciniglia è a base di un veleno iniettato nei tronchi: i parassiti lo assumono con la linfa che stanno cercando, e muoiono. L’intervento ha un costo di circa 50 euro ad albero e molto probabilmente va ripetuto più di una volta: ciò significa una spesa per l’amministrazione di Roma, sempre a caccia di fondi, attorno ai 50 milioni di euro. Dove trovarli? Nessuno sa rispondere a questa domanda, e l’amministrazione uscente per il momento ha stanziato la ridicola cifra di 350mila euro per combattere contro la cocciniglia. L’unica strada da percorrere è la collaborazione tra il pubblico e il privato: uno stanziamento più ragionevole da parte del comune per salvare i pini della capitale e la partecipazione spontanea delle tante associazioni di cittadini sul territorio che si occupano proprio della difesa e della piantumazione degli alberi.

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I PAESI CON PIÚ SPECIE DI ALBERI A RISCHIO

I paesi che si presentano con più specie di alberi a rischio sopravvivenza sono, nell’ordine, il Madagascar (1.842 specie a rischio), le Mauritius (154 specie) e St. Helena (111 specie). In Italia su 156 specie di alberi, 6 potrebbero estinguersi. Tra i grandi paesi del mondo al primo posto compare il Brasile che ha sia la maggiore quantità di specie di alberi (8.847) sia il maggior numero di specie in pericolo (1788). In Europa la situazione è molto peggiorata negli ultimi anni e attualmente il 58 per degli alberi di origine locale sono a rischio. Al primo posto c’è il sorbo.

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PER APPROFONDIRE: Deforestazione, una delle cause più gravi dell’emergenza climatica in tutto il mondo

LE PRINCIPALI MINACCE PER GLI ALBERI

Agricoltura e pascolo, raccolta di legname e disboscamento, ma anche particolari fenomeni metereologici: sono queste le principali minacce per gli alberi. Non a caso tra i paesi più colpiti ci sono isole, dove i danni arrivano in seguito all’innalzamento fuori misura del livello del mare. Altri elementi che favoriscono la distruzione degli alberi sono lo sviluppo urbano e l’espansione degli allevamenti. Fermo restando che il 29 per cento degli alberi sono abbattuti per fare spazio a colture agricole ed a pascoli, un altro fattore devastante, specie in paesi mediterranei e nelle regioni dell’Italia meridionale, sono gli incendi. Molto spesso dolosi.

COME EVITARE ESTINZIONE DEGLI ALBERI

Per evitare l’estinzione degli alberi la Botanic Gardens ha creato il portale GlobalTree. Uno strumento molto utile per avere, in tempo reale e con continui aggiornamenti, lo stato di conservazione degli alberi nel mondo. La ricerca sul portale può essere fatta sia attraverso la specie richiesta, sia cliccando il paese dove si trova: avrete tutte le informazioni richieste. Fin qui la conoscenza, poi servono gli atti concreti. E in particolare:

  • Aumentare le aree protette nelle zone dove si trovano alberi a rischio
  • Garantire la presenza, nella banca dei semi, di tutte le specie ad alto rischio
  • Aumentare le risorse finanziarie pubbliche per questi obiettivi
  • Allargare i programmi di piantumazione degli alberi
  • Collaborare, con spirito costruttivo e concreto, con le associazioni che sul territorio si occupano della piantumazione e della cura degli alberi. In Italia sono tante e diffuse in tutte le regioni.

PER SAPERNE DI PIÚ: Plant for the Planet, il più potente motore per piantare alberi in tutto il mondo

ALBERI A RISCHIO E CAMBIAMENTO CLIMATICO

Un altro fattore crescente di rischio per gli alberi è l’emergenza climatica. Il rapporto di causa ed effetto è ancora oggetto di studi scientifici completi. Ma alcuni dati di fatto sembrano già accertati. Primo: il report del Botanic Gardens Conservation indica 1.080 casi nei quali il rischio sopravvivenza degli alberi è correlato ai cambiamenti climatici. Secondo: i contesti boreali sono quelli dove la crisi climatica e più devastante, e qui il 20 per cento delle specie di alberi a rischio è riconducibile al fattore emergenza clima.

L’IMPORTANZA DEGLI ALBERI:

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