West Nile: come si evita il virus delle zanzare infette

L'Italia ha il record europeo di casi di West Nile in Europa: 455 nel 2024.

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Il virus West Nile è molto pericoloso in quanto si trasmette agli esseri umani tramite la puntura di zanzare infette (in particolare del genere Culex). Il nome deriva dal distretto del Nilo Occidentale in Uganda, dove è stato isolato per la prima volta nel 1937.

Si tratta di un virus diffuso in Africa, Asia Occidentale, Europa, Australia e America: purtroppo l’Italia ha il record europeo di casi di West Nile (455 nel 2024 e già diverse persone infettate nel 2025).

Le conseguenze possono essere molto gravi, e in alcuni casi anche mortali. Ma per fortuna è possibile diagnosticare in tempi adeguati l’infezione, avere una terapia adeguata, e innanzitutto prevenirla, riducendo i rischi delle punture di zanzare.

Come si trasmette il West Nile virus

Il West Nile è un Arbovirus che viene mantenuto in natura da un ciclo di trasmissione che coinvolge uccelli selvatici e zanzare. Gli uccelli sono il serbatoio principale del virus, mentre le zanzare del genere Culex agiscono come vettori: pungendo un uccello infetto, si contagiano e possono poi trasmettere il virus ad altri animali, inclusi l’uomo e i cavalli, che sono considerati “ospiti a fondo cieco”, incapaci cioè di trasmettere ulteriormente l’infezione. La trasmissione non avviene da persona a persona.

Come si previene

L’unico modo per prevenire questo virus, come altri che arrivano dalle zanzare (pensiamo alla micidiale attività delle Aedes che trasmettono la febbre Dengue) è ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. Innanzitutto con metodi semplici e naturali:

  • Se siete all’aperto, indossate pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, specie all’alba e al tramonto.
  • Usate le zanzariere, specie in prossimità delle porte e delle finestre, e ricordate che una pianta di basilico è sempre un ottimo repellente naturale contro le zanzare.
  • Svuotate i vasi di fiori e delle piante con frequenza, in modo da non avere ristagni di acqua.
  • Cambiate spesso l’acqua nelle ciotole degli animali domestici.
  • Se avete piccole piscinette dove i bambini giocano con l’acqua, quando non vengono usate, mettetele in posizione verticale.

Sintomi

La grande maggioranza delle persone infette (circa l’80%) non mostra alcun sintomo. Nel restante 20% dei casi, i sintomi sono lievi e compaiono dopo un periodo di incubazione che va dai 2 ai 14 giorni. I più comuni sono:

  • Febbre
  • Mal di testa
  • Nausea e vomito
  • Linfonodi ingrossati
  • Eruzioni cutanee

In meno dell’1% dei casi, l’infezione può causare una malattia neurologica grave (encefalite o meningite), con sintomi come febbre alta, forte mal di testa, rigidità nucale, disorientamento, tremori, convulsioni e, nei casi più seri, paralisi e coma.

Diagnosi

La diagnosi viene confermata attraverso specifiche analisi di laboratorio. Il medico può richiederle in presenza di sintomi sospetti e di un’anamnesi che indichi una possibile esposizione al virus.

La ricerca degli anticorpi specifici (IgM) contro il virus West Nile, effettuata su un campione di sangue o di liquido cerebrospinale, è il metodo più comune per accertare un’infezione recente.

Cure

Non esiste una terapia antivirale specifica per il virus West Nile, né un vaccino per l’uomo. Il trattamento è quindi principalmente sintomatico e di supporto.

Nei casi con sintomi lievi, sono sufficienti riposo, idratazione e farmaci antidolorifici o antipiretici (come il paracetamolo). Nelle forme più gravi con interessamento neurologico, è invece necessario il ricovero in ospedale per ricevere terapie intensive, idratazione endovenosa e assistenza respiratoria.

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