Voucher per i servizi alla persona. Un aiuto alle donne che lavorano

Una potenziale platea di 650mila donne per buoni che consentono di pagare la badante, la baby sitter o l’iscrizione all’asilo. Fino a 2mila euro l’anno. Meno burocrazia e più concorrenza tra pubblico e privato

VOUCHER SERVIZI ALLA PERSONA –

Si è parlato poco di un novità interessante, a favore delle donne che lavorano, introdotta con l’ultima legge di stabilità.  Si tratta del voucher per i servizi alla persona, ovvero un buono acquisto, esentasse e prepagato, fino a duemila euro, che consente ai dipendenti di pagare la badante per la persona anziana non autosufficiente, la baby sitter per i bambini che restano a casa durante l’orario di lavoro, l’asilo.

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VOUCHER  AZIENDALE –

La platea potenziale è molto ampia: 650mila donne, e la legge ha già ben funzionato nei paesi, come la Francia e la Germania, dove è stata introdotta da tempo. Il meccanismo, che dovrebbe funzionare come i ticket per il ristorante o per il bar durante la pausa pranzo, è semplice, e appartiene alla categoria del welfare aziendale che si sta diffondendo in Italia a tutti i livelli.

Le donne saranno libere di scegliere un collaboratore o come spendere i soldi per questa attività domestica che spesso impedisce di lavorare serenamente e incentiva l’assenteismo negli uffici. I vantaggi del voucher sono diversi. C’è una certezza sui fondi disponibili. Non ci sono trappole burocratiche, e i soldi finiscono direttamente nelle tasche delle donne lavoratrici. Si crea una buona concorrenza tra pubblico e privato. Si sottraggono funzioni e costi alle amministrazioni comunali che sono sempre più in difficoltà nel garantire questi servizi (pensiamo alla scarsa offerta di posti negli asili nido rispetto alla domanda).  Infine, si consente alle famiglie di essere sempre informate sui servizi offerti per i propri familiari.

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