
Traffico, caos, aria inquinata, enormi condomini. Ma vivere in una grande città non è solo fare i conti con tutto questo, pare "insegni" anche ad avere una coscienza ecologica. Sarà forse la reazione a un ambiente urbano che non è il massimo; fatto sta che i dati raccolti su Environmental Conservation da un gruppo di ricercatori americani e cinesi indicano che gli abitanti delle metropoli sviluppano una maggiore attenzione per le tematiche ambientali e, per dire, riutilizzano le buste di plastica (peraltro fuorilegge dal 1° gennaio) e fanno la raccolta differenziata più spesso rispetto a chi vive in piccole città.
STUDIO – I ricercatori del Center for Systems Integration and Sustainability dell’università del Michigan hanno usato i dati raccolti in Cina nel 2003 per la General Social Survey, un’indagine per cui a circa 5mila cinesi che abitavano in varie tipologie di città sono state fatte diverse domande circa la loro sensibilità ambientale: se facevano la raccolta differenziata, se parlavano di ecologia con familiari e amici, se facevano volontariato con associazioni ambientaliste e così via. Ebbene, stando ai risultati chi vive a Pechino o Shanghai ha comportamenti più "verdi" rispetto agli abitanti di città piccole. E non c’entra molto il livello sociale, in barba a chi pensa che possa essere ambientalista solo chi è ricco: il reddito, infatti, non sembra modificare l’attitudine a preoccuparsi dell’ambiente.
LAVORO – «Non occorre essere ricchi per avere comportamenti "ecologici" – spiega Xiaodong Chen, uno degli autori della ricerca -. Anzi, i più poveri che vivono nelle metropoli sentono molto la questione perché una scarsa qualità ambientale li minaccia forse ancor più da vicino rispetto a chi non ha problemi economici». Sembra invece che conti il tipo di lavoro, perché nelle grandi città è più probabile trovare aziende con risorse sufficienti ad attivare programmi di educazione ambientale: gli impiegati per esempio hanno una maggior "coscienza verde", chi ha posizioni di comando adotta comportamenti virtuosi più spesso degli altri. «Anche l’accesso ai mezzi di comunicazione è superiore nelle grandi città, e questo può contribuire a migliorare le conoscenze e le attitudini dei cittadini – dice Chen -. Questi dati ci servono a capire dove dobbiamo incanalare più risorse per promuovere comportamenti "verdi". E tutto questo è particolarmente importante in Cina, dove la crescita urbana è tumultuosa». Non è dato sapere se i dati raccolti in Cina valgano anche per le nostre metropoli; si spera, perché forse affidarsi alla coscienza ecologica dei cittadini è uno dei pochi mezzi che ci restano per migliorare la vivibilità degli ambienti urbani.