Julia Olson sfida il governo americano per la crisi climatica con un gruppo di ragazzi

L'accusa è di fare poco contro la prima emergenza del pianeta. E di danneggiare le nuove generazioni

SALVARE LA TERRA DAL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Sono troppo giovani per votare ma il futuro gli appartiene. Per questa ragione Julia Olson, un’avvocata dell’Oregon, negli Stati Uniti, ha deciso di dargli voce e denunciare il governo per non aver fatto abbastanza per fermare il cambiamento climatico, nonostante sia pienamente consapevole di rischi che comporta. Ad essere rappresentati sono 21 bambini e ragazzi, d’età compresa tra gli otto e i vent’anni, e sotto accusa sono le concessioni governative che hanno dato terreni e corsi d’acqua in usufrutto alle aziende che estraggono idrocarburi, che rappresentano una violazione dei diritti costituzionali dei ragazzi alla vita, alla libertà e alla proprietà. Lo scorso novembre un giudice federale ha giudicato ammissibile la causa che, secondo, Mary Wood, una delle più autorevoli esperte internazionali di diritto dell’ambiente, “potrebbe salvare il pianeta”.

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CAUSA CONTRO IL GOVERNO USA

La causa giudiziaria si chiama “Juliana, et al. v. United States” e i proponenti sperano che entri nei libri di scuola come hanno fatto altre dispute in passato. Il nome si deve alla ventenne Kelsey Juliana (la prima nelle foto), che quando era al liceo, dopo una conferenza sul clima del grande scenziato James Hansen, ha scoperto che un altro ventenne aveva appena denunciato lo Stato della California per negligenza ambientale. Allora ha capito che la gioventù non andava necessariamente di pari passo con l’impotenza su questi temi, così ha deciso di iscriversi a Our Children’s Trust, la Ong fondata nel 2010 da Julia Olson e che mette insieme legali e altri volontari per pianificare cause di inadempienza nella tutela dell’ambiente nei confronti del governo. L’associazione si fonda sull’idea che non bisogna puntare su singole violazioni di leggi ma più in alto, su un diritto costituzionale a tutela del quale una corte federale possa intervenire. È così che sono arrivati ad accusare il governo Obama, reo di aver fatto troppi compromessi sul tema. Ovviamente la causa intentata, assicurano i promotori, acquista ancora maggior importanza ora che alla Casa Bianca è arrivato Donald Trump, che ancora più del suo predecessore rischia di peggiorare ulteriormente la situazione.

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POLITICHE AMBIENTALI

Gli altri ragazzi che si sono schierati con Kelsey Juliana vengono da diverse parti degli Stati Uniti e pensano che la loro vita sarà profondamente influenzata dall’aumento della temperatura media del pianeta. Sono quasi tutti adolescenti e hanno aderito al gruppo spontaneamente. La più giovane è Levi Draheim, che ha 9 anni ma c’è anche Jayden Foytlin, una tredicenne della Louisiana che una mattina si è svegliata in una stanza con l’acqua alle caviglie e dovrà abituarsi al fatto che capiterà sempre più spesso. Oppure Levi Draheim, 8 anni, che abita in un’isola a largo della Florida e si barcamena tra invasioni di alghe anomale e il rischio di essere spazzata via dai sempre più violenti uragani. Intanto la causa va avanti e l’eventuale difesa del attuale governo non potrà fondarsi sulle teorie per cui il cambiamento climatico non esiste, perché il tribunale ascolterà solo gli esperti nominati dalla corte partendo dal presupposto che “la causa non riguarda il provare che il cambiamento climatico sia in corso o che sia l’attività umana a causarlo: questi fatti sono considerati assodati per gli scopi di questa mozione”. La speranza è che una condanna, seppur simbolica, possa restituire il futuro a questi ragazzi che si stanno battendo per quello che gli aspetta di diritto: un pianeta sano in cui crescere.

Le foto sono tratte da un reportage realizzato dalla Cnn

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