Un modo molto abile per sfilare soldi dalle tasche dei consumatori, e per costringerli a sprecare denaro a ogni ricarica delle schede telefoniche. Vodafone, Wind e Tim l’hanno pensata bene, spacciando per promozione commerciale, e quindi per una vantaggiosa operazione di marketing, ciò che invece è risultato, anche agli occhi semichiusi dell’Autorità del Garante delle Comunicazioni (Agcom), un vero trucco. A danno dei clienti.
RICARICHE CON SERVIZI NON RICHIESTI
Avvolte nella nube di nomi immaginifici, Ricarica Più (Tim), Ricarica Special (Wind) e Giga Ricarica (Vodafone), le schede in vendita da parte dei principali operatori telefonici hanno un evidente buco nero. Un modo per prelevare, in automatico, come un Bancomat, e senza alcuna richiesta, soldi ai clienti.
RICARICHE TRUCCATE: IL CASO DI TIM, VODAFONE E WIND
In pratica: l’utente delle schede, molto utilizzate specie dal pubblico di fascia medio-bassa, acquista una ricarica da 10 o da 5 euro. Peccato però che alla prova dei fatti, ovvero nell’operatività quotidiana, il cliente delle società telefoniche si ritrova solo con 9 o 4 euro. Un euro lo ha già perso nel momento in cui ha accettato la ricarica. E 1 euro su 10 vale il 10 per cento, su 5 euro il 20 per cento. Dunque, in proporzione la stangata non è proprio a bassa intensità.
TRUFFA RICARICHE TELEFONICHE
Ma dove finisce l’euro sfilato dalla tasca del consumatore? Nelle casse dei gestori che, in cambio, offrono un bonus di giga (per navigare) e minuti (per parlare) illimitati. Già, ma trattandosi di un bonus, il cliente dovrebbe essere messo in condizione di scegliere e decidere se accettarlo o meno. Invece qui è tutto automatico, senza un briciolo di trasparenza, e senza possibilità alternative per il consumatore.
RICARICHE TELEFONICHE CON IL TRUCCO
Troppo, hanno pensato i signori di Agcom. E sebbene loro ormai siano solo dei fantasmi, visto che sono in regime di proroga ormai da diversi mesi, i commissari hanno dato 30 giorni di tempo a Tim, Wind e Vodafone per mettersi in regola. Altrimenti scattano le multe. Poco più che uno spauracchio visto che Agcom, la principale barriera difensiva contro le prepotenze nel delicato settore delle Telecomunicazioni, è in attesa di rinnovo. Di un accordo tra i partiti per spartirsi i posti di commissari.
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