Rehub: così gli scarti del vetro di Murano diventano oggetti di arredamento

Matteo e Marta hanno creato nella Laguna veneta una piccola e moderna azienda che evita sprechi e produce oggetti di grande qualità

Il vetro diventa una specie di pongo, facile da modellare, con cui si possono realizzare oggetti di design e accessori per la casa.

REHUB TRAFORMA SCARTI DEL VETRO IN OGGETTI DI ARREDAMENTO

Nel 2022 Matteo Silverio, laureato in Architettura e sua moglie Marta Donà fondano la startup Rehub nella zona di Murano, in piena Laguna veneta, il distretto più importante del mondo per il vetro artigianale di alta qualità. Lavorando a stretto contatto con i maestri vetrai di Murano il duo si è accorto che il 50% del vetro lavorato in isola diventa scarto; ogni anno ne finiscono in discarica circa mille tonnellate, un volume pari a quello del campanile di San Marco. Il problema è che questo vetro non può essere riciclato; per disfarsene, le vetrerie spendono in trasporto, analisi e smaltimento, e poi spendono nuovamente per comprare altra materia prima che inevitabilmente alimenterà questo loop. Mille tonnellate di vetro di scarto solo a Murano! E sono comunque ben poca cosa se paragonati agli otto milioni di tonnellate di vetro di scarto non riciclabile prodotti ogni anno in Europa.

In molti credono che tutto il vetro sia riciclabile, ma non è così: esistono diversi tipi di vetro e solo i cosiddetti “imballi” hanno una filiera del riciclo efficiente. Tutto il resto (pensiamo, ad esempio, ai bicchieri che mettiamo in tavola, alle lampade, alle finestre e ai parabrezza) viene buttato e finisce in discarica o è destinato a processi di downcycling. Si tratta di uno spreco irragionevole se pensiamo che la sabbia – elemento base per la produzione del vetro – è la seconda materia prima più sfruttata al mondo dopo l’acqua; ed è uno spreco a maggior ragione se riflettiamo sulla quantità di energia necessaria a trasformare questa sabbia in vetro. A partire da questi dati rehub ha plasmato la sua mission: dare nuovo valore a tutto quello scarto di vetro che per motivi logistici, storici o di filiera non viene riciclato, unendo il sapere umano (tradizione, artigianato, ricerca, design, arte) alle nuove tecnologie.

 

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LAVORAZIONE DEL VETRO RICICLATO

Dopo alcuni anni di ricerca e sviluppo, rehub ha messo a punto un nuovo processo grazie al quale riesce a trasformare gli scarti di vetro in un nuovo materiale, una pasta facilmente lavorabile a temperatura ambiente. Questa pasta ha una consistenza simile all’argilla e può essere trasformata utilizzando i più comuni processi industriali come la rullatura, lo stampaggio e l’iniezione; grazie a un estrusore sviluppato dalla nostra startup – attualmente oggetto di brevetto – la pasta di vetro può anche essere stampata in 3D.

rehub è quindi in grado di sviluppare un’ampia gamma di nuovi oggetti, ma anche superfici e rivestimenti. Si tratta di prodotti sostenibili perché realizzati con materia prima seconda, ma anche perché il nostro innovativo processo necessita del 70% in meno dell’energia normalmente utilizzata per lavorare il vetro. Gli oggetti realizzati da rehub raccontano di come una diversa e più attenta gestione delle materie prime sia possibile, e di come una tradizione millenaria come quella dell’arte vetraria muranese possa essere la scintilla per un’innovazione travolgente, in grado di migliorare la qualità dell’ambiente che ci circonda. Il processo infatti è applicabile non solo al vetro di Murano (realtà dalla quale sono partiti), ma anche ad altri tipi di vetro non riciclabile, motivo per cui nel lungo periodo potremmo davvero fare la differenza a livello globale.

Il progetto è candidato al Premio Non Sprecare 2023, nella sezione Start Up. Per candidare i vostri progetti, seguite le istruzioni fornite qui.

TRE PROGETTI IN CONCORSO PER IL PREMIO NON SPRECARE:

  1. Tconsulta: la piattaforma contro lo stress sul lavoro
  2. WSense: la piattaforma per monitorare gli oceani
  3. Torraccia del Piantavigna: l’azienda che produce energia dalle vinacce
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