Raccolta abiti usati, i clan ci hanno messo le mani sopra. Ma noi siamo più forti (foto)

Un giro d’affari da centinaia di milioni di euro. E un’inchiesta della Direzione antimafia che coinvolge 61 società e 98 persone: gli indumenti lasciati nei cassonetti gialli piacciono alle cosche. Tocca a noi, non cedere.

raccolta abiti usati in italia

RACCOLTA ABITI USATI IN ITALIA

Le mani della camorra e delle cosche della ‘Ndrangheta sulla raccolta, per i poveri, degli abiti usati. Il male assoluto che appanna un gesto semplice, ma di autentica solidarietà. I clan, che con la loro sporca azione ispirata alla corruzione e alla violenza, riescono a insozzare il desidero di un dono, banale ma efficace.

L’inchiesta della Direzione antimafia di Firenze, dove risultano coinvolte ben 98 persone e 61 società, è davvero inquietante. Gli abiti usati, lasciati da tutti noi nei famosi cassonetti gialli, valgono 110mila tonnellate di prodotti con un giro d’affari ufficiale (poi dovete aggiungere il “nero”) di circa 200 milioni di euro. Questi indumenti, ecco la tragica scoperta, invece che finire nelle mani giuste, fanno un percorso opposto: attraverso una fitta rete di complici, senza alcuna garanzia sanitaria e con documenti falsi, vengono in realtà venduti nei mercati della Tunisia e di tutta l’Africa.

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TRUFFA DEGLI ABITI USATI IN ITALIA

Non è la prima volta, purtroppo, che si scoprono affari loschi attorno alle donazioni di indumenti, e auguriamoci che le indagini, prima, e i processi, dopo, siano efficaci nell’individuare i colpevoli e nel fermare questa infamia. Ma restiamo all’oggi, a come dobbiamo reagire noi, che sosteniamo la cultura del dono, del riuso e del riciclo, come pezzi di un nuovo stile di vita ispirato all’idea di Non sprecare.

Che fare, dunque? Arrenderci e rinunciare alle donazioni? Mai, mille volte mai. Sarebbe come cedere alla malavita organizzata e farla vincere due volte, la prima con i suoi loschi affari, la seconda con il nostro arretramento, in un Paese dove, tra l’altro, ogni italiano ha sette vestiti, in media, pronti per essere donati. E dove nonostante la generosità di circa 3 milioni di cittadini che abitualmente lasciano indumenti nei cassonetti gialli, siamo a una media di chilogrammi di vestiti donati all’anno pari alla metà di quella di Germania e Francia.

RACCOLTA ABITI USATI IN ITALIA:

RACCOLTA ABITI USATI

Per non arrendersi, e anzi per fare crescere la raccolta degli abiti usati finalizzata ad aiutare i più poveri e i più dimenticati, abbiamo un’arma formidabile di auto-difesa e di risposta ai clan criminali. La conoscenza. Dobbiamo, quindi scegliere gli interlocutori giusti per le nostre donazioni di abiti usati, e non sprecare questo gesto di generosità bussando alle porte sbagliate. Se volete qualche esempio, ma l’elenco per fortuna potrebbe essere lungo, eccone alcuni: i Centri della Caritas, le parrocchie, le associazioni come San Egidio. I volontari laici di grandi organizzazioni, come Humana People to People Italia, specializzata proprio in questo tipo di attività, e collegata a una Federazione internazionale che comprende 31 organizzazioni nel mondo, impegnate a finanziare, con la raccolta dei vestiti usati, oltre mille progetti di sviluppo in Africa. Se scegliamo i destinatari giusti, non solo avremo continuato a fare un piccolo gesto di generosità, ma avremo dato anche una bella sberla in faccia ai clan della malavita.

COME SCOVARE IN CASA I VESTITI CHE NON UTILIZZIAMO PIÚ:

 

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