Smettere di guidare, i motivi per farlo quando si diventa anziani. Per la propria incolumità e quella degli altri

Fare un gesto regale può essere un salvavita. Come quello del Principe Filippo di Inghilterra, che dopo un incidente ha deciso di appendere la patente al chiodo. In Italia, troppi over 75 continuano a guidare l'automobile. Anche se, dal Galles, arriva una ricerca che sostiene che i settantenni alla guida sono più prudenti dei ventenni

quando smettere di guidare

QUANDO SMETTERE DI GUIDARE

Le statistiche lo confermano: i nostri anziani continuano a guidare l’automobile, ben oltre gli 80 anni. Senza neanche rendersi conto dei pericoli che corrono e che fanno correre ad altri, pedoni o automobilisti che siano. 

Sono circa 3 milioni, in Italia, gli “over” con la patente, considerati una delle categorie a maggior rischio di incidenti gravi. Il tasso di incidenti mortali che coinvolgono conducenti di età superiore a 75 anni è cinque volte superiore alla media.

La tendenza è in crescita, visto anche il progressivo invecchiamento della popolazione, e il numero dei guidatori anziani è destinato ad aumentare. Molti, tra questi, sono ancora in grado di guidare, ma molti altri hanno riflessi poco pronti o qualche deficit di attenzione che pregiudica una guida sicura. 

Anagrafe a parte, dunque, smettere di guidare è innanzitutto una questione di presa d’atto delle stagioni della vita e di ragionevolezza. E di senso dell’incolumità.

FILIPPO D’INGHILTERRA RINUNCIA ALLA PATENTE

Esempio illustre,  addirittura regale, di questa presa di coscienza, arriva da Buckingham Palace. Il Principe Filippo, consorte della Regina Elisabetta e Duca di Edimburgo, a 97 anni suonati ha deciso di rinunciare per sempre alla patente dopo un incidente che lo ha coinvolto il mese scorso mentre era alla guida della sua Land Rover in una strada del Norfolk: ha investito un’utilitaria perdendo il controllo dell’auto. Solo un grande spavento per lui, ma le due donne a bordo dell’altra vettura, dove erano presenti anche due bambini, sono rimaste ferite.

Potevano morire tutti e tre i coinvolti, e questo solo a causa dei riflessi sicuramente più lenti del coronato 97enne.

Dopo quindici giorni, e una lettera di scuse alle ‘vittime’ dell’incidente, Filippo ha deciso di appendere la patente al chiodo, certamente anche sotto consiglio della volitiva moglie.

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Principe Filippo di Inghilterra. Riconoscimento editoriale: Shutterstock.com

RISCHI ANZIANI ALLA GUIDA

Gli incidenti automobilistici possono capitare a tutti ma nel caso degli anziani possono essere degli segnali da non sottovalutare. Nell’ultimo rapporto dell’Ocse è emerso che la maggior parte dei pensionati ha uno standard di vita non diverso da quello dei lavoratori attivi, compresi gli spostamenti in auto. A dispetto delle nostre preoccupazioni, i 70enni commettono un quarto degli errori di guida dei ventenni, un dato che ci rassicura e che è emerso da una ricerca condotta dall’Università di Swansea. Bevono meno, vanno meno veloci e utilizzano le cinture di sicurezza.

Non solo. Rispetto ai guidatori giovani, gli anziani mantengono la distanza di sicurezza e prediligono gli orari meno trafficati. Non essendo “nativi digitali”, poi, non hanno l’impulso irrefrenabile di guardare il display del cellulare.

I rischi, comunque, sono quelli già menzionati. Uno studio della Società italiana di Gerontologia e Geriatria ha individuato delle criticità nelle funzioni cognitive e nello stato funzionale dei guidatori over 75, indagandone le capacità di attenzione, i riflessi e il grado di autonomia nei gesti quotidiani. I medici hanno anche misurato la presenza di deficit visivi e uditivi e di disturbi del sonno, rilevandone nella metà dei soggetti testati.

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LIMITI DI ETÁ PER LA GUIDA DELL’AUTOMOBILE

L’unico modo che ci consente di ridurre i rischi di incidenti potenzialmente pericolosissimi, secondo i geriatri, è la prevenzione: non solo vetture dotate dei moderni dispositivi di sicurezza, ma anche e soprattutto rafforzare i controlli e il rigore con il quale si effettuano le visite di rinnovo per la patente. Dal punto di vista legislativo, cresce l’età anagrafica degli automobilisti ed anche il codice della strada si adegua.

Secondo il Nuovo Codice della Strada, gli ultra-ottantenni guidatori devono sottoporsi ogni anni a visita per il rinnovo e il mantenimento della licenza di guida. Oppure possono decidere di convertire la propria patente in una patente AM per guida di ciclomotori a tre ruote o quadricicli leggeri, leggasi minicar, mantendendo il precedente obbligo di visita ogni due anni che ne accerti i requisiti psico-fisici.

Le analisi vanno effettuate presso centri sanitari abilitati, come previsto dall’articolo 119 del Codice della Strada, cioè presidi medici delle sezioni di medicina generale delle Asl, gli ispettori medici delle Ferrovie dello Stato oppure i medici militari.

MOTIVI PER SMETTERE DI GUIDARE

Mettere la patente nel cassetto è un passo difficile da compiere per tanti anziani. Tuttavia, ci sono diverse ragioni per farlo, una volta raggiunta una certa età. La sicurezza di chi è al volante e quella degli altri sono un motivo più che valido per rinunciare alla guida con l’avanzare degli anni.  Ecco alcuni motivi che ci aiutano a capire quando è arrivato il momento di smettere di guidare.

  • Assunzione di farmaci. Tanti anziani assumono dei medicinali che, tra gli effetti collaterali, prevedono la sonnolenza o le vertigini. Due potenziali fattori di rischio per chi è a bordo e per gli altri, di cui ogni anziano dovrebbe tenere conto. Inoltre, alcune combinazioni di farmaci possono limitare la capacità di guidare. Per questo, in caso di assunzione di nuovi medicinali, è sempre meglio aspettare qualche giorno prima di guidare, al fine di verificare gli eventuali effetti collaterali.
  • Problemi alla vista ed all’udito. Con l’avanzare dell’età è abbastanza frequente che la vista e l’udito si indeboliscano o vengano colpite da patologie che ne limitano la funzionalità. Ogni anziano, quini, dovrebbe sottoporsi a delle visite specialistiche periodiche, per una maggiore comprensione delle proprie capacità e dei propri limiti.
  • Calo dei riflessi. L’invecchiamento comporta una riduzione delle capacità nei movimenti. Su di essa possono influire anche particolari patologie ma in linea di massima la ridotta risposta ai riflessi e la limitata capacità nei movimenti sono comuni a molti anziani. Una condizione che, a lungo andare, diventa incompatibile con la guida.

 

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