Il tagliere di legno in cucina, per dirlo con un gioco di parole, è un’arma a doppio taglio: prezioso in alcuni casi, rischiamo di sprecarlo e fare qualche danno, in altre circostanze. Partiamo, quindi, dai casi nei quali è bene non usare il tagliere di legno in cucina.
- Carne e pesce crudo e pollame. Il legno può assorbire liquidi, succhi di carne o pollame, dando vita a dei micro-canali nei quali i batteri possono penetrare.
- Alimenti che rilasciano molti odori e anche forti: aglio, cipolla, ma anche limone e peperoncino.
- Se lo usate per le verdure, va lavato tra un’operazione e l’altra, altrimenti aumenta il rischio che i patogeni passino agli alimenti che verranno consumati crudi o poco cotti.
- Fessure e tagli da coltello. Con l’uso ripetuto, si possono formare e diventano aree difficili da pulire correttamente. Meglio cambiare il tagliere.
- Il tagliere non va mai messo in lavastoviglie: il calore e il vapore lo deformano, lo spaccano e rovinano il trattamento superficiale, rendendolo meno igienico. Va lavato a mano, con acqua calda e, solo se è necessario, con un tocco di sapone, meglio se naturale.
Quando usare il tagliere di legno
Il tagliere di legno, invece, è molto adatto per:
- Pane e focacce
- Formaggi
- Frutta (ma non deve essere troppo succosa)
- Ortaggi come carote e zucchine.
Un’ultima raccomandazione: se decidete di usare un tagliere di legno, preferite un legno duro, con una grana fitta (ad esempio: acero, betulla, quercia) piuttosto che un legno morbido, che assorbe più facilmente gli odori.
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