Paghiamo ancora il conto dei Mondiali 90 e il buco delle Olimpiadi della neve del 2006 | Non Sprecare
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Paghiamo ancora il conto dei Mondiali 90 e il buco delle Olimpiadi della neve del 2006

Vi ricordate le “notti magiche” dei mondiali di calcio del 1990? Non ci crederete ma stiamo ancora pagando il conto di quei sogni di gloria infranti dalla vittoria della Germania.

Come leggiamo su Il Giornale.it, nel bilancio di previsione 2011 di Palazzo Chigi rientravano ancora fondi stanziati per pagare i mutui dei Mondiali organizzati 21 anni fa.

In particolare, c’era un capitolo sui mutui accesi con la legge 65 del 1987, quella che diede il via alla costruzione degli stadi per Italia ’90: 55 milioni di euro. L’anno prima erano 60 quelli messi in bilancio.

In totale, per gli stadi lo Stato spese 1.248 miliardi di lire, molto di più, ovviamente , di quanto preventivato all’inizio: l’incremento dei costi rispetto al preventivo è stato calcolato nell84 per cento.

L’esempio più eclatante dello spreco di denaro pubblico legato ai Mondiali di calcio del 1990 è lo stadio Delle Alpi di Torino: 69.041 posti a sedere, tre anelli e una pista di atletica. Vi si giocarono solo cinque partite dei Mondiali, compresa la semifinale Germania-Inghilterra.

Nel 2008 partì la demolizione dell’impianto e su quel terreno oggi vi è il nuovo stadio di proprietà della Juventus (41mila posti, senza pista di atletica). Si calcola che per il Delle Alpi si spesero circa 226 miliardi di lire, tra impianto e opere connesse.

Lo spreco di denaro pubblico però non ha riguardato solo gli stadi ma anche l’enorme albergo a Ponte Lambro, Milano, iniziato e mai terminato oppure la stazione ferroviaria romana di Farneto utilizzata solo quattro giorni nonostante i 15 miliardi di lire spesi.  Opere incompiute e soldi buttati al vento.

Ma non è tutto: abbiamo continuato a pagare la bellezza di 144 milioni l’anno anche per le Olimpiadi di Torino del 2006 che furono un successo certo ma a costi decisamente poco competitivi.

Molte strutture realizzate per le Olimpiadi, infatti, sono state praticamente abbandonate una volta  terminata la kermesse. Come non ricordare la vicenda della pista di bob di Cesana costata 61,4 milioni di euro e finita nel mirino della Procura di Torino per motivi di sicurezza.

 

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