
NORMATIVA SUI PRODOTTI BIOLOGICI –
L’Europa dei regolamenti, delle discipline e della bizantina burocrazia, sembra andare in direzione opposta quando si tratta di cibo biologico. Secondo una denuncia dell’ong belga LF, infatti, il nuovo regolamento in discussione tra Commissione e Parlamento rischia di portare una vera deregulation in un settore che deve la sua forza anche alla credibilità e all’autenticità dei prodotti.
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LEGGE SUI PRODOTTI BIOLOGICI –
Tre i punti più caldi di questo provvedimento a rischio Far West. Il primo prevede la rottura dei confini delle norme che regolano la differenza tra allevamenti convenzionali e biologici di animali: saltando questo paletto, in pratica, crolla uno dei presupposti dei prodotti alimentari biologici.
Secondo punto: non ci sarebbe più il tetto, oggi consentito, di una quantità di materie prime non biologiche pari al 5 per cento del totale. In questo modo la decisione sui limiti , che potranno essere “eccezionalmente superati”, resta nelle mani di produttori e consumatori. Senza alcuna tutela per i consumatori.
Terzo paletto: oggi chi bara, paga. E uno volta scoperto l’inganno perde il certificato bio del prodotto. Anche in questo caso la deregulation sarebbe totale e solo a vantaggio dei produttori. Non sono più previste sanzioni, se non quelle che in totale autonomia potranno prendere le singole associazioni. È chiaro che su questa deregulation premono le lobby dei produttori e dei distributori del biologico, oggi in forte ascesa con un fatturato, a livello europeo, cresciuto nel 2015 del 20 per cento. Spazio al mercato, dunque, con una domanda: i consumatori ingannati chi li tutela?