Parco tecnologico NOI, un moderno incubatore di ricerca e sviluppo per aziende green

A Bolzano realizzata la riconversione dell’area dove sorgeva la più grande fabbrica italiana di alluminio. Adesso si progettano droni e nuovi moduli fotovoltaici. Gli occupati sono già 500 giovani

Un gigantesco esempio di riconversione urbanistica di un’area di 12 ettari che altrimenti rischiava di essere completamente sprecata. Un incubatore, con più punti di appoggio, per imprese innovative nel settore della sostenibilità. Con 5 istituti di ricerca, 20 laboratori e 1 ateneo. Tutto ciò è condensato nel NOI TechPark (Nature of Innovation), in piena attività a pochi chilometri dal centro di Bolzano (si raggiunge in bicicletta).

NOI TECHPARK BOLZANO

 La storia dell’area nasce in epoca fascista, quando furono realizzati Bolzano I e Bolzano II: In questa zona Benito Mussolini aveva fatto costruire, nel 1937, la più grande fabbrica italiana di alluminio. Chiusa negli anni Novanta, alla periferia di Bolzano non restavano che vecchi capannoni, senza grandi prospettive di sviluppo. E invece con il progetto NOI l’area è stata riconvertita con potenzialità di sviluppo ancora molto ampie. Il motore dell’operazione è rappresentato dalla mano pubblica, ovvero la ricca e potente Provincia di Bolzano, ma accanto sono in campo università, enti di ricerca e aziende private, orientate verso il green. Si tratta infatti di un progetto da 190 milioni di euro, di cui 70 sono serviti per realizzare la nuova sede della facoltà di Ingegneria di Bolzano all’interno del parco.

LEGGI ANCHE: Sostenibilità secondo l’agenda Onu, l’Italia a che punto si trova? Clima, ambiente, occupazione, benessere: l’Asvis suona la sveglia a tutti i partiti

PARCO TECNOLOGICO BOLZANO

D’altra parte l’interesse è reciproco, tra pubblico e privato. L’Alto Adige è una regione che ha la sua forza economica, nell’ordine, nell’industria del turismo, nell’agricoltura e in alcune manifatture. Soltanto il turismo vale 30 milioni di pernottamenti all’anno, d’inverno e d’estate, con il relativo indotto. Il rischio, dunque, è di avere una regione troppo schiacciata e dipendente da un unico settore, e di sprecare le opportunità che arrivano, per esempio, dall’area Ricerca e Sviluppo, nella quale in Alto Adige si investe solo lo 0,7 per cento del pil.

Le aziende che si sono insediate nel polo tecnologico bolzanino sono di diversa natura e dimensioni. Ci sono giganti multinazionali, come la Huawei, imprese competitive del made in Italy, dalla Leitner ai Grandi salumifici italiani, start up come Mavtech, uno spin off del Politecnico di Torino dedicato alla progettazione dei droni.

RECUPERO URBANO BOLZANO

Il perno del lavoro condotto all’interno del parco fa leva sul concetto di innovazione ispirata alla natura: NOI significa infatti “Nature of Innovation”. Al centro degli obiettivi del parco c’è infatti la volontà di ridurre la dipendenza dalle risorse naturali e promuovere una produzione sostenibile e concorrenziale. Si parla in questo senso di bioeconomia: un processo che fa della sostenibilità ambientale un business; in altre parole si tratta di una forma di economia circolare, tale per cui alcune aree industriali ricavano prodotti dagli scarti di lavorazione di altre. 

NOI Techpark abbraccia una sostenibilità che non riguarda solamente l’ambiente, ma anche il settore sociale ed umano dell’attività, garantendo determinati standard sia ai dipendenti sia ai fornitori. Tuttavia, secondo i responsabili, per dirigersi verso una bieconomia completa, non occorrono solo competenze tecniche e di ricerca, ma è necessario abbracciare un approccio olistico: occorre, da un lato, anche la sinergia tra i diversi settori dell’economia e tra stakeholders pubblici e privati e, dall’altro, una maggiore consapevolezza del consumatore: questi detta le regole della sostenibilità e le aziende tendono a assecondarlo.

I PROGETTI NOI TECHPARK

Fra gli altri obiettivi dell’azienda c’è la volontà di migliorare il risparmio energetico, il clima, la sicurezza e il comfort abitativo, di sviluppare alimenti più sani e digeribili, di automatizzare i processi e semplificare la vita. Fra le varie tecnologie del parco troviamo, infatti, terraXcube: un simulatore in grado di riprodurre specifiche condizioni barometriche e atmosferiche; temperature dai -40° ai +60°, vento, neve, pioggia e la pressione che si trova sulla cima dell’Everest.

A parte il contesto ambientale molto favorevole, e la possibilità di accedere a finanziamenti agevolati per i loro progetti di ricerca e sviluppo, nel Parco tecnologico NOI le aziende trovano anche manodopera di alto livello (al momento ci sono già 500 persone occupate). In Alto Adige, infatti, ci sono 38,2 laureati ogni 100 venticinquenni: sei punti sopra la media italiana. E anche questo è un patrimonio di persone che, con il progetto NOI, non viene sprecato.

Per candidare i vostri progetti, seguite le istruzioni fornite qui.

ALCUNI DEI PROGETTI CHE HANNO PARTECIPATO AL PREMIO NON SPRECARE 2019

Torna in alto