Alzano Lombardo, dopo la pandemia riapre la merceria più antica della Bergamasca

Gino Rossi, 86enne proprietario del negozio di intimo di via Fantoni, ha un ottimismo incrollabile, e rialza la serranda dell'attività. Un gesto di speranza per la vita che, comunque, va avanti. Anche a 7 km da Bergamo, città simbolo della tragedia del Coronavirus

merceria storica alzano lombardo

Ad Alzano Lombardo, 7 km da Bergamo, città simbolo della tragedia degli ultimi tre mesi, c’è una basilica tra le più belle del circondario, in stile composito, fatta di marmo bianco, legno e oro. Affaccia sulla piazza principale della cittadina, Piazza Italia, in cui confluisce una delle stradine intitolate ad una delle famiglie artigiane più longeve, via Fantoni. Al civico 49 della stessa strada c’è una merceria, di quelle vecchio stile per clientela agée, con pigiami, tessili e intimo.

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MERCERIA STORICA ALZANO LOMBARDO

La Merceria, così si chiama, a Piazza Italia è legata non solo per ragioni topografiche: l’architetto che ha curato, nel 1855, il rifacimento della piazza centrale di Alzano, Martino Attilio Nicòli, è lo zio del primo proprietario, dopo la sua fondazione nel 1856, della bottega di sartoria e merceria. La tiene in gestione, ricevendola in dote dal suocero, fino a quando, nel 1930 vi subentra la figlia Jolanda. E così via, come un bene di famiglia, fino al 1977, quando a sistemarsi dietro il bancone del negozio è Luigi Rossi, detto Gino. Da quel giorno non ha mai abbandonato la sua merceria, sempre cortese, elegante e gentile, al servizio della sua clientela. Affezionata, nonostante la concorrenza dei centri commerciali. 

Qualche giorno fa, dopo la fine del lockdown, le serrande della merceria sono tornate ad aprirsi. Gino, 86 anni,  fa spallucce, come se fosse semplicemente il flusso naturale delle cose. 

merceria storica alzano lombardo
Immagine tratta da Primabergamo.it // Photocredits: Primabergamo.it

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GINO ROSSI MERCIAIO STORICO BERGAMO

«Non sono morto, nemmeno se il paese ha fatto le condoglianze tramite Facebook a mia moglie-  rivela, in un’intervista al Corriere – sto bene, come è in salute la mia attività. Ci siamo solo assentati per un po’» E, in effetti, la ben più anziana attività commerciale, che di anni ne ha 156 compiuti, ha visto trascorrere ben due guerre, gli anni bui del fascismo e ora, una pandemia. Gino non ha dubbi: passerà anche questa, e ci si rialzerà in fretta. Il suo senso di realtà è la vetrina con pigiami, biancheria e calze di filo di scozia, il suo posto dietro al bancone, che ha semplicemente allestito in modo diverso: gel, guanti monouso, un foglio stampato che indica la distanza di sicurezza, 5 metri di distanza tra un cliente e l’altro.

Gino Rossi non è abituato ad arrendersi, in effetti. Sin da quando ha fatto il militare in Friuli il suo motto è “resistere, resistere, resistere”. Già a fine dicembre, preoccupato dalle notizie in arrivo dai paesi e dalle città vicine, aveva pensato di chiudere la merceria, ma, con senso di responsabilità è rimasto aperto per rifornire la sua clientela di ciò di cui avesse bisogno. Tanto, afferma: «Tra poco ci sarà l’estate, poi Natale. Questa merceria ne ha passate tante, ma la vita va avanti».

(Immagine in evidenza tratta da Corriere.it // Photocredits: Corriere.it )

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