Acquisti sospesi per aiutare i poveri

Tutto è iniziato con il caffè, ma adesso abbiamo dallla spesa allo zaino. Dai giocattoli alle sciarpe

zaino sospeso

ACQUISTI SOSPESI PER AIUTARE I POVERI

All’inizio era soltanto un caffè, ma nel tempo sono arrivati tanti altri oggetti che continuano a sommarsi: gli acquisti sospesi, che prevedono di lasciare in dono a chi non può permettersi lo stesso prodotto, hanno ormai un vero catalogo. Dalla spesa ai libri, dalle sciarpe ai giocattoli. Dai quotidiani al materiale per la scuola.

ZAINO SOSPESO

In Piemonte il progetto Zaino sospeso è capillare e coinvolge, grazie a un progetto della Fondazione per l’infanzia e le famiglie Aief, circa ottanta cartolerie sparse in tutta la regione. Il cliente di questi negozi può lasciare nelle scatole prodotti per la scuola (libri, quaderni, matite, etc…) per le famiglie che sono in difficoltà. Un’iniziativa analoga in Valle D’Aosta è sponsorizzata dall’associazione Librai e dalla Confcommercio locale.

QUOTIDIANO SOSPESO

L’ultimo oggetto lasciato in “sospeso“, per chi non può permettersi di acquistarlo, è il giornale. L’idea è venuta a Danilo Bellavita, giornalaio a Perugia, di origini napoletane, che nella sua edicola la domenica piazza questo cartello “Qui un quotidiano sospeso. Offerto a chi non può o non vuole. Perché chi legge vale per due”. Così chi vuole, invece di dare una sbirciatina a un giornale, può leggerlo con calma, magari sorseggiando un caffè. A costo zero. Un aiuto ai poveri, e un aiuto alla lettura che in Italia è merce rara. La tendenza del “sospeso”, che a noi di Non sprecare piace molto e non solo per la potente simbologia del gesto, così si allarga, andando a coprire sempre nuovi oggetti. Regali compresi.

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SCIARPA SOSPESA PER AIUTARE I POVERI

Lo scorso anno sull’albero di Natale di Piazza Maggiore a Bologna è comparsa la sciarpa sospesa per aiutare i poveri. Tutti i cittadini potevano lasciare sull’albero il loro pensiero, il loro dono, un qualsiasi oggetto (la sciarpa è solo un simbolo) con una letterina: poche righe per dire che quello appeso al pino non è un oggetto smarrito o dimenticato, ma è un piccolo gesto di solidarietà. Per i poveri, i veri poveri. Un anziano non autosufficiente, una famiglia dove non ci sono più entrate perché intanto il lavoro è sfumato, migranti che cercano una collocazione onesta e dignitosa, senzatetto abituati a dormire ogni giorno in un posto diverso o dove capita.

La sciarpa sospesa è una semplice, ma bellissima ed efficace iniziativa dei Guardian Angels di Bologna, un’associazione di volontariato civico, con sedi in tutta Italia. Ovunque, come ricorda il presidente Giuseppe Balduini, “ci sia da aiutare qualcuno, senza restare prigionieri dell’indifferenza”. Ovunque ci sia uno spreco di oggetti dimenticati, da trasformare in risorsa, un dono a chi ne sarà felicissimo. Così, imitando un format americano, i Guardian Angels sono a mettere le loro sciarpe sospese prima in alcuni quartieri popolari della città, e poi in pieno centro. Sperando che l’iniziativa diventi contagiosa, e si diffonda in tante altre città italiane, piccole, medie e grandi. Tanto che il progetto ha perfino un indirizzo mail al quale rivolgersi per avere chiarimenti e assistenza sulla tecnica del regalo, la sciarpa come simbolo, sospeso: [email protected].

 

(L’immagine è tratta dalla pagina Facebook “Alliance of Guardian Angels – Italia)

AIUTARE I POVERI

Inizialmente era solo un caffè. E una diffusa e popolare abitudine nata a Napoli nel dopoguerra, un piccolo gesto di cortesia, diciamo pure di signorilità meridionale, lasciando “già pagato” un caffè al bar per chi viene dopo. Un caffè sospeso, appunto.

Poi, in tempi di Grande Crisi e di sforzi economici anche collettivi, almeno per dare un segnale di solidarietà a chi non se la cava, dal caffè e da Napoli la moda del sospeso ha iniziato a dilagare per tante altre cose e in tutte le regioni italiane. Si lasciano sospesi pranzi, cena, pizze, gelatiGiocattoli e piccolo indumenti per i bambini. E perfino in una città solitamente cinica e indifferente, come Roma, si è creata una piccola rete all’insegna del boom del sospeso, che comprende associazioni del volontariato e gruppi di cittadini organizzati quartiere per quartiere. Con aiuti che coinvolgono sia i nuovi poveri della capitale che i migranti senza casa e senza lavoro. Per non parlare di Bologna, città da sempre molto generosa, dove Anna Hilbe, 72 anni, ha aperto perfino una libreria dove i libri non si vendono, ma si regalano. Nella centralissima via San Petronio, sotto la significativa insegna Libri Liberi. «Perché lo faccio? Per me è un piacere» ha detto Anna Hilbe a chi le ha chiesto il motivo di questa generosità così singolare.

(Credits: Bergamo Post)

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MODA DEL SOSPESO

Direte: ma quanto può valere un gesto tanto piccolo? E ancora: lascia un segno? Vi rispondo subito: vale molto, specie se riesce a diventare virale, ed a forza di moltiplicarsi può davvero lasciare un segno.

C’è innanzitutto un effetto terapeutico, che mi piace sottolineare in questi piccolo segni di solidarietà. Ovvero anche se solo per un attimo, anche se lo sforzo non è certo titanico, comunque in un momento, e senza contropartite, finalmente usciamo dal limbo e dalla palude dell’indifferenza, e ci accorgiamo che gli altri esistono. E sono molto più vicini di quanto abbiamo sempre pensato o immaginato, pronti a tendere una mano senza neanche essere visti.

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COME AIUTARE I POVERI

Un gesto piccolo diventa grande quando apre le porte a un’autoriflessione di questo genere, quando ci aiuta ad allungare occhi, testa e cuore. Inoltre, mentre l’elemosina, che pure dobbiamo considerare un dovere e non una fastidiosa richiesta, costringe chi chiede a rinunciare alla sua dignità, a mostrarsi senza filtri nella sua miseria, e talvolta perfino a recitare, il meccanismo del sospeso lascia tutti anonimi. Chi dona e chi riceve. E quindi più liberi e meno vincolati reciprocamente.

Chissà, a forza di contaminare piccolo gesti come questi, a forza di allargare la solidarietà del sospeso a tutto quanto chi possiede spesso spreca o consuma in modo compulsive, diventiamo anche più attenti sugli altri, e meno concentrate su noi stessi. A forza di sospesi, speriamo, scopriamo meglio quanto sia essenziale avanzare con il noi e arretrare con l’io.

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IL SOSPESO E L’EFFETTO MARKETING

C’è però anche l’altro lato della medaglia, quando la solidarietà diventa, in modo anche spregiudicato, un business e una vera e propria strategia di marketing per incentivare i consumi. Ad esempio, la compagnia di voli Vueling ha attivato l’opzione “passeggero in sospeso” che permette a chi prenota un volo di bloccare quella determinata tariffa per un massimo di 10 persone e portare a termine l’acquisto entro 72 ore. E ancora, la catena americana Starbucks , in Cina, in collaborazione con un’azienda di instant message, ha lanciato l’iniziativa in base alla quale, tutti possono bere un caffè e lasciarne pagato un altro per un amico: quest’ultimo può richiederlo poi in qualunque caffetteria Starbucks. Molto interessante invece l’iniziativa portata avanti dal Madre – Museo di Arte Contemporanea DonnaRegina di Napoli dove i visitatori possono lasciare un biglietto pagato per chi non può permetterselo. Un’iniziativa portata avanti anche dal cinema Centrale di Milano, in 12 teatri di Palermo e dal Teatro delle Muse di Roma.

(Credits: Bergamo Post)

L’immagine di copertina è tratta dalla pagina Facebook di Danilo Bellavita, ideatore dell’iniziativa

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