Capizzi: l’imprenditore siciliano che protegge il territorio mentre i nemici gli bruciano alberi e suolo

Una storia che racconta quanto è difficile in Sicilia difendere e affermare la vera sostenibilità

A Francesco Capizzi, 37 anni, vulcanico imprenditore agricolo siciliano, capace di sfidare l’arroganza dei poteri locali che non accettano di rinunciare al controllo del territorio, il coraggio non manca. I suoi progetti, tutti declinati in chiave di sostenibilità, hanno avuto un grande successo da parte della popolazione locale, dei turisti e degli organi di informazione nazionale. Ma a qualcuno non piacciono. E la risposta degli avversari dell’imprenditore siciliano, che ovviamente agiscono nell’ombra dell’anonimato e dell’impunità, è molto pesante.

Capizzi: l'imprenditore siciliano che protegge il territorio mentre i nemici gli bruciano alberi e suolo
Foto tratta da Pagina Facebook Calanchi del Cannizzola

Capizzi crea aree coltivate a Centuripe, in provincia di Enna, valorizza in chiave turistico-ambientale l’intera, meravigliosa area dei Calanchi del Cannizzola, valli strette e profonde, con versanti ripidi e brulli, conosciute nel mondo come “il deserto di Sicilia”. I nemici di Capizzi non gradiscono, e passano dalle minacce alle vie di fatto, e così in una sola notte, il 31 luglio 2025, devastano 120 ettari di vegetazione nella zona, bruciando tutto, compresi gli ulivi e le piante di arance.

Francesco Capizzi lavora ormai da anni per rilanciare, con la collaborazione della comunità locale, il territorio di Centuripe, con una serie di attività, come il progetto Deserto fiorito di Sicilia, con tanto di Panchina gigante da visitare, che cercano di declinare turismo sostenibile, agricoltura di territorio e occupazione giovanile. Tutti obiettivi che rischiano di essere sprecati per le continue intimidazioni che Capizzi subisce da parte dei suoi nemici, quelli che hanno paura di uno sviluppo sano e non corrotto della Sicilia.

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Foto copertina via Pagina Facebook Associazione Culturale Trinacria Webtv

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