Il silenzio un bene in via d'estinsione da non sprecare. | Non Sprecare
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Il silenzio un bene in via d’estinsione da non sprecare.

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Raccontano che il luogo ammutolisse perfino il logorroico Coleridge, divino poeta e oratore infaticabile innamorato delle Highland come il collega William Wordsworth. Sono passati due secoli e la vicina Glasgow ha fatto in tempo a percorrere la parabola della prima rivoluzione industriale fino al termidoro contemporaneo, ma Loch Lomond, uno dei maggiori laghi delle alture scozzesi, rimane il paradiso muschioso vagheggiato dai bardi romantici, sponde vergini, pini selvatici riflessi in decine di specchi d’acqua, una goccia che cade al rallentatore e zampilla sulla roccia, la riserva preferita dei cacciatori di silenzio. Loch Lomond e’ il luogo che l’americano Gordon Hempton, studioso della natura e guru dell’eco-acustica, riconosce come l’unico rimasto in Europa dove si possa stare in ascolto per un quarto d’ora consecutivo senza percepire alcun suono di origine umana.

un riconoscimento fragile, a dire la verita’, visti gli assalti della civilta’. Hempton dice che posti cosi’, in Europa, non esistono piu’. Bisogna andare a cercarli altrove e lui gira il mondo per mapparli, dall’America all’Asia. Puoi sentire lo scintillio della luna su Loch Lomond? E il salmone che salta nella cascata? Puoi sentire le rocce che annegano nel letto del fiume? Allora conosci i suoni del silenzio, scrive, nella bacheca del sito Visit-Lochlomond, Blair, esploratore undicenne di ritorno da un campeggio stile giovani marmotte. Certo, l’incessante rumore di fondo annuncia che i torpedoni stanno arrivando anche qui. Il nuovo centro turistico Loch Lomond Shores accoglie ogni anno un milione e mezzo di visitatori e il nome di Rob Roy Macgregor, il leggendario brigante settecentesco liquidato dall’Enciclopedia Britannica come un fuorilegge sopravvalutato da Walter Scott, campeggia su T-shirt e magneti per il frigorifero. Eppure e’ sufficiente uscire da Balmaha, Luss, Rowardennan, Ardlui, Tarbet, dove nel 1263 approdo’ il re vichingo Haakon, basta lasciarsi alle spalle i villaggi che si affacciano sulle rive piu’ urbanizzate per dimenticare il frastuono della ferrovia voluta dalla regina Vittoria e immergersi nella bruma ovattata del lago, memoria primordiale di una civilta’ muta e dall’udito sottilissimo.

A mezz’ora di macchina da Glasgow si apre questo scenario mozzafiato, 200 specie di uccelli, mammiferi rari, un quarto della flora silvestre del Regno Unito, racconta lo sceneggiatore tv Bill Oddie, che a Loch Lomond ha girato un documentario per BBC2. Gli escursionisti immersi nella boscaglia non parlano tra loro, bisbigliano. E non e’ per paura del mitologico Nessie, il mostro di Loch Ness. I suoni e le luci annegano nei 71 chilometri quadrati d’acqua in cui si riflettono i Monti Grampiani, il Ben More, il Ben Vorlich, il Ben Lomond, che significa collina del fuoco di segnalazione, perche’ serviva ai clan per comunicare attraverso i falo’. La voce umana e’ un ricordo artificiale da sovrapporre all’eco del silenzio per non dimenticare la citta’, come suggerisce l’antologia di versi dedicati ai laghi delle Highland 100 Favourite Scottish Poems to Read Out Loud.

Cosa sarebbe il mondo senza l’umidita’ e la natura selvaggia?, scrive Gerard Manley Hopkins nella poesia intitolata Inversnaid come il piccolo paese sulla sponda nordoccidentale del Lomond. Hopkins era poco piu’ d’un ragazzo quando gli Usa inaugurarono il primo Parco nazionale a Yellowstone. La sua Scozia avrebbe dovuto attendere un altro secolo e mezzo per avere il proprio, il Parco Loch Lomond and the Trossach, il gioiello cantato dall’antica ballata scozzese The Bonnie Banks o’Loch Lomond, diventato oggi l’ultima roccaforte europea della quiete paradisiaca, la fabbrica del silenzio. Chissa’ quando durera’ sospira James MacCaig, 68 anni, insegnante di Balloch in pensione. Camminare in punta di piedi per non lasciare neppure l’impronta sul sentiero, come vorrebbero i puristi dell’acustica incontaminata, o tracciare percorsi compatibili con le querce de La donna del Lago di Walter Scott, ma anche con le esigenze della promettente industria turistica? Il dilemma divide la Scozia, una delle regioni piu’ depresse della Gran Bretagna, dove gli abitanti di Glasgow hanno un’aspettativa di vita 13 anni inferiore rispetto a quella dei connazionali residenti nel quartiere londinese di Kensington&Chelsea. Il vento di Loch Lomond, signore degli ontani, delle betulle, delle rarissime acetose scozzesi, suona il silenzio.

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