Grande Caldo: come avevano previsto gli scienziati la crisi climatica si aggrava tra il 2023 e il 2027

In queste condizioni sarà difficile rispettare gli accordi di Parigi. Intanto 600 milioni di persone già vivono in zone inospitali per la crisi climatica.

Crisi climatica più grave tra il 2023 e il 2027

A fronte di tanti impegni, mai mantenuti, e di tante parole pronunciare con estrema disinvoltura, come l’ormai logorato vocabolo Sostenibilità, il mondo si trova ad affrontare una crisi climatica che andrà ad aggravarsi tra il 2023 e il 2027.

CRISI CLIMATICA PIU’ GRAVE TRA IL 2023 E IL 2027

Secondo le previsioni dell’Organizzazione metereologica mondiale (Omm), la temperatura media globale arriverà ai suoi livelli record nel quinquennio 2023-2027. Per effetto di due fenomeni che andranno a incrociarsi: la crisi climatica e il Nino, il periodico riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico. In queste condizioni, sarà difficile rispettare il target fissato dagli accordi di Parigi, ovvero una temperatura media annua che non superi di 1,5 gradi quella dell’era preindustriale. Ma non è detto, ed è quello che dobbiamo augurarci, che questo scostamento sia definitivo e piuttosto soltanto temporaneo. Specie se, a livello globale, la comunità internazionale riuscirà a prendere contromisure radicali, come l’abbattimento delle emissioni.

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CHI VIVE IN ARRE TROPPO CALDE

Prima che la situazione peggiori, siamo già di fronte a un fenomeno da cataclisma biblico: 600 milioni di persone vivono in zone della Terra inospitali, a causa della crisi climatica. E rischiano di andare ad aumentare l’onda lunga dei rifugiati climatici. Il dato arriva da una ricerca internazionale pubblicata su Nature Sustainability.

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