Gruppi di mamme su Facebook e su WhatsApp, il regno di ossessioni e allarmismi che rovinano le scuole

Un fenomeno devastante, con milioni di madri che sprecano tempo e parole attraverso la Rete. E ne approfittano per proteggere i figli e insultare gli insegnati

gruppi delle mamme

Una mania. Un uso sprecone della tecnologia, inutile per genitori e figli e dannoso per il sistema scolastico. A questo si è ridotto il fenomeno del moltiplicarsi dei gruppi delle mamme che, attraverso Facebook, WhatsApp e chat varie, assediano le scuole.

GRUPPI DELLE MAMME

I numeri sono impressionanti. Se cercate su Google Gruppi di mamme su Facebook otterrete 24 milioni e 400mila risultati; se la ricerca è Gruppi di mamme su WhatsApp i risultati arrivano a quota 7 milioni e 420mila; e infine la ricerca online su Chat di mamme e scuola porta a 4 milioni e 390mila risultati.

Che ci sia qualcosa di utile in questo mezzo e in questa modalità di comunicazione tra genitori, è perfino superfluo ricordarlo. Specie quando il sistema scolastico è alle prese con tutti i problemi dell’onda lunga del Covid-19. Ma la compulsione con la quale lo strumento viene sempre più usato, la cattiva abitudine di considerare Internet lo sfogatoio di qualsiasi cattivo pensiero, e lo sfarinamento delle gerarchie e dei ruoli nelle scuole, hanno portato a trasformare i gruppi internettiani delle mamme, in versione sante protettrici dei poveri figli, alunni torturati da insegnanti maniaci, in tanti mostri con tante teste.

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GRUPPI DELLE MAMME SU WHATSAPP

Abbiamo letto, cercando di approfondire le radici del fenomeno, di mamme che con lucida autocritica hanno deciso di abbandonare questi gruppi. E lo hanno fatto sempre con lo stesso motivo: non partecipare a una forma di delegittimazione della scuola via Internet. Monica Tonelli, la manager di una multinazionale, ha perfino scritto un libro sull’argomento, intitolato Mamma ha abbandonato il gruppo (Book Sprint edizioni) dove racconta le manie e le ossessioni che circolano, come un virus, attraverso le aggregazioni di mamme sulla Rete.

GRUPPI DELLE MAMME DI SCUOLA SU WHATSAPP

E abbiamo letto la storia curiosa di Gigi Littaru, sindaco del piccolo comune di Desulo, in provincia di Nuoro. Con una scherzosa provocazione, Littaru ha firmato una finta ordinanza per vietare l’uso di qualsiasi gruppo di mamme riunite per commentare le attività scolastiche. «Volevo richiamare l’attenzione su un problema devastante per la scuola, nel momento in cui riapre. E cioè la pressione continua, e non giustificata, delle famiglie sugli insegnanti e sui dirigenti scolastici, che certo non aiuta a rendere il clima sereno nelle classi…» racconta Littaru.

In effetti le mamme che monopolizzano i gruppi su Facebook e WhatsApp sono di due tipi, entrambi portatori di enormi sprechi. Nel primo caso appartengono all’universo dei genitori-elicotteri, delle madri prigioniere di una forma di iper-controllo dei figli. Per loro, la tecnologia è il sogno mai realizzato nel corso della vita reale, e invece oggi possibile: esercitare un controllo sui figli h24, durante tutto il giorno. E condirlo con le preoccupazioni più effimere, futili. E dunque inutili.

Una madre è stata capace di scatenare un dibattito infinito sul fatto che il figlio per due giorni di seguito era tornato a casa con qualche graffio. E sulla base di questo episodio, proponeva alle altre madri di richiedere alla scuola le telecamere, anche in aula. L’aspetto tragico di questa vicenda è che la mamma elicottero, impegnata nella sua crociata contro i graffi, ha trovato diversi consensi tra le sue colleghe. E nessuna di loro, nel diluivo dei commenti, ha fatto presente un piccolo dettaglio: tutti i ragazzi, ma proprio tutti, nel corso della loro vita scolastica hanno avuto la sciagurata sorte di ritrovarsi con qualche graffio. Ma questo non è un buon motivo per entrare nel panico.

(Photo credits: AnaLysiSStudiO/Shutterstock.com)

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GRUPPI DELLE MAMME SU FACEBOOK

Le mamme elicottero pretendono notizie aggiornate su tutto. Come ci si regola con le mascherine. Quali sono i rischi peggiori per il Covid-19. E a questo punto come la mettiamo se compare qualche pidocchio? La miscela esplosiva di questa comunicazione non stop è fatta di tre ingredienti: pettegolezzi scolastici, fake news, allarmismi. Potete immaginarvi che cosa esce fuori da questa combinazione di fattori. E infatti, uno dei commenti più condiviso nel giro di genitori amanti dell’iper-controllo dei figli riguarda la lotta contro i vaccini. Le chat di mamme e scuola sono molto diffuse nel popolo No vax, come nei vari gironi del complottismo universale.

Il secondo tipo di mamma da gruppi scolastici è invece ossessionata da una sua personale battaglia contro la scuola dove studia suo figlio, contro gli insegnanti e innanzitutto contro il preside. Ogni occasione è buona per martellare e insultare. La pasta della mensa è scotta, il figlio è tornato a casa con gli occhi rossi dalle lacrime, l’insufficienza in italiano è un’ingiustizia, il carattere esuberante del ragazzo fa parte delle sue qualità. Le pasionarie del web non hanno mai dubbi, vivono immerse nelle loro rancorose certezze, e una sola cosa riescono a fare molto bene: dare l’ennesima spallata al sistema scolastico. Dove il rispetto per l’autorità di un insegnante e di un preside è ridotto a zero. Con le conseguenze che conosciamo.

(Photo credits immagine di copertina: Alex Ruhl/Shutterstock.com)

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