Giulia Lamarca: la blogger in carrozzina

Undici anni fa le hanno detto: Non potrai più camminare. Ma lei non si è scoraggiata, e ha ricominciato a vivere, scoprendo una nuova dimensione

GIULIA LAMARCA BLOG DI VIAGGI

La sua vita è cambiata una decina di anni fa, quando ha fatto i conti con la realtà: a soli 19 anni, in seguito a un incidente stradale, non avrebbe più potuto camminare e il suo futuro era muoversi in carrozzina.

GIULIA LAMARCA

Ma Giulia Lamarca, che oggi ha trent’anni, non ha sprecato nulla della sua seconda vita, ha ricostruito passo dopo passo il puzzle della passione per il futuro, dei desideri e dei sogni. Tutte cose che sembravano impensabili, da quel giorno, il 6 ottobre 2011, quando sbalzò dallo scooter guidato dal suo ragazzo di allora per una curva presa male.

GIULIA LAMARCA BLOG DI VIAGGI

Il racconto di Giulia è una serie di emozioni. Raccolte nel blog My travels: the hard Truth, nel profilo Instagram e nel libro Pometto che ti darò il mondo (edizioni De Agostini). I momenti più duri iniziano dopo l’incidente, quando Giulia passa nove mesi in ospedale con una diagnosi di paraplegia incompleta. Quanto basta per non potere più camminare. Ma proprio nella fase più buia, la vita di questa coraggiosa ragazza ha una svolta: tra le persone che le stanno accanto in ospedale c’è anche un giovane fisioterapista, Andrea Decarlini, studente al secondo anno e tirocinante proprio presso il reparto dove è ricoverata Giulia. Passa un anno, durante il quale Andrea corteggia Giulia con grande assiduità, e finalmente, un giorno che si trovano insieme in aeroporto a Parigi, lui chiede di sposarlo e lei accetta. Oggi Giulia e Andrea sono una coppia di ferro, anche nell’attività che hanno messo insieme attorno al blog.

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GIULIA LAMARCA BLOG DI VIAGGI

IL CORAGGIO DOPO UN INCIDENTE STRADALE

E proprio guardando le immagini del blog si scopre che un handicap così violento, come andare in carrozzina, non ha impedito a Giulia, in compagnia del marito, di coltivare la sua più grande passione: il viaggio. Insieme, e con la figlia Sophie, hanno girato i cinque continenti, sono saliti sul Machu Picchu, hanno attraversato la Norvegia e i paesi scandinavi e lei si è tuffata da un ponte in Australia. Hanno viaggiato in aereo, macchina, camper e Interrail. Sono stati in Indonesia, in Giappone, in America e in Italia. Nulla li ha mai fermati.

IL VIAGGIO COME TERAPIA

Racconta Giulia: «Il viaggio è diventato un modo per sentirmi viva, una vocazione. Mi metto in movimento, parto e dentro di me mi dico: “Vedi che sei in grado di fare anche questo?”. Viaggiando ho anche imparato ad ascoltare il mio corpo, mentre dopo l’incidente mi vergognavo e vedevo difetti anche quando non esistevano».  Nella filosofia di Giulia, testimonial ideale di una vita che non spreca nulla anche nei suoi momenti drammatici, c’è una frase, bellissima, che andrebbe scolpita: «Quando capisci quello che non puoi fare, capisci anche tutto quello che puoi ancora fare».

Le foto sono tratte dalla pagina Facebook My Travels: the hard truth.

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