Benefici fiscali per i disabili: solo mance

Un piccolo risparmio per l’acquisto dell’auto. Un’agevolazione Irpef quando si hanno figli. E il Fondo nazionale per i caregiver, 7milioni e 500mila italiani, non arriva a trenta milioni di euro

BENEFICI FISCALI PER I DISABILI

Un’auto con Iva agevolata al 4 per cento. Esenzione del bollo e dei costi per il passaggio di proprietà. Sono questi i benefici fiscali più importanti per i familiari di un disabile, sempre che il suo reddito non superi la soglia dei 2.840,51 euro, esclusi i redditi come indennità di accompagnamento o come pensione sociale.

BENEFICI FISCALI PER I DISABILI

A leggere questi dati viene un senso di scoraggiamento su come riusciamo a sostenere le famiglie che, per esempio, si ritrovano a fare i conti con un malato di Parkinson o di Alzheimer da assistere h24. Nella Guida per le agevolazioni fiscali per le persone con disabilità dell’Agenzia delle entrate, aggiornata al mese di maggio 2021, si trovano altre indicazioni. Per esempio: se il disabile ha figli a carico, può ottenere una detrazione fiscale Irpef fino a 1.620 euro (per figli di età inferiore a tre anni) oppure fino a 1.350 euro (per figli dai tre anni in poi). E ancor la deduzione fino a 1.549 euro, dal reddito imponibile, per i contributi versati a persone che lavorano in casa del disabile sia per svolgere servizi domestici sia per fare attività di assistenza.

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DI QUALI VANTAGGI FISCALI SI PUÒ USUFRUIRE?

Un riepilogo complessivo dei possibili vantaggi fiscali pe le famiglie con un disabile a carico, con tutta una serie di paletti, lo trovate sul sito www.disabili.com e alla fine è facile concludere che i conti non tornano. Nell’Italia dei bonus a pioggia, dove hai un ricco assegno se compri una bicicletta, se restauri una facciata, se cambi un condizionatore, e così via con una lista infinita, in questo Paese così generoso quando si tratta di fare qualche regalo urbi et orbi, per i disabili e per le loro famiglie ci sono solo briciole.

DISABILI, GLI SGRAVI SONO INSUFFICIENTI

Eppure, bisognerebbe partire da un intero ripensamento del welfare parallelo legato all’assistenza dei disabili. Anche per evitare sprechi e dispersioni dei fondi che comunque sono insufficienti. Secondo gli ultimi dati dell’Istat in Italia ci sono 8 milioni e 500mila caregiver, persone che si occupano di assistere un familiare (genitore, marito, moglie, figlio) non autosufficiente. Di questa comunità 900mila persone sono professionisti, il popolo delle badanti, mentre restano a dare sostegno gratuito oltre 7 milioni e mezzo di italiani, in stragrande maggioranza donne. Per loro ci sarebbe il sostegno del Fondo per l’aiuto ai caregiver istituito con una legge di bilancio del 2018. Ma di quanto parliamo? Circa trenta milioni di euro. Altre briciole.

Intanto, anche per effetto della curva demografica e dell’invecchiamento della popolazione, siamo ormai vicini a quota 1 milione di uomini e donne colpiti da gravi malattie neurodegenerative, Alzkeimer (i due terzi) e Parkinson (un terzo). Solo per loro le spese sanitarie raggiungono una cifra complessiva di 43,3 miliardi di euro all’anno. Soldi in gran parte a carico delle famiglie.

LE INIZIATIVE PER OFFRIRE UN’OPPORTUNITÀ DI LAVORO AI RAGAZZI CON DISABILITÀ:

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