Quanta acqua serve per produrre la carne

Il record spetta al manzo: 15 mila litri per un chilogrammo. Il valore più basso è la carne di coniglio: 3.300 litri. In Italia si usa meno acqua rispetto alla media Ue

consumo acqua per produrre carne
La carne si produce consumando una grande quantità di acqua, anche se i valori cambiano sulla base del territorio, del tipo di carne e anche delle modalità di produzione (in Italia, per esempio, una discreta efficienza nella produzione di carne consente di avere consumi di acqua più bassi rispetto alla media mondiale).
 

Consumi di acqua per tipo di carne

ll water footprint (impronta idrica) della carne è stato studiato da diverse organizzazioni, come Water Footprint Network e FAO, e viene espresso in litri d’acqua per kg di carne prodotta. Indicativamente, questi sono i valori più significativi, ovvero il numero di litri di acqua consumata per produrre un chilo di carne dei diversi tipi:
  • Manzo (bovino) 15.000 litri
  • Maiale (suino) 6.000 litri
  • Pollo 4.300 litri
  • Pecora/agnello 10.400 litri
  • Carne di coniglio 3.300 litri, in media.

Come si calcola l’impronta idrica

Il  water footprint è dato dalla somma di tre contributi in parte reali e in parte virtuali: l’acqua di evapotraspirazione utilizzata dalle piante per vivere (green water), l’acqua effettivamente utilizzata dai processi produttivi o per irrigare i campi (blue water) e l’acqua virtualmente necessaria a diluire e depurare gli scarichi (grey water). Per i prodotti agroalimentari, la componente di “acqua verde” è di gran lunga la più significativa delle tre, arrivando a costituire la quasi totalità dell’impatto.

A livello complessivo l’intero settore delle carni (bovino, avicolo e suino) impiega per l’80-90% risorse idriche che fanno parte del naturale ciclo dell’acqua e che vengono restituite all’ambiente come l’acqua piovana; solo il 10-20% dell’acqua necessaria per produrre 1 kg di carne viene quindi effettivamente consumata.

Water footprint per produrre la carne in Italia

Il water footprint della produzione di carne bovina in Italia si attesta a 11.500 litri di acqua per produrre 1 kg di carne (il 25% in meno rispetto ai 15.415 della media mondiale), e solo il 13% (1.495 l) di questa viene effettivamente “consumato”. Il restante 87%, è quindi costituito da “green water”, ovvero l’acqua piovana impiegata nella coltivazione delle materie prime per l’alimentazione degli animali.

Le ragioni del minore volume di acqua impiegata nelle produzioni italiane, sono da ricercarsi nel sistema zootecnico nazionale che, essendo basato sulla combinazione di allevamenti estensivi ed intensivi, permette di ottenere una buona efficienza in termini di risorse impiegate per kg di carne prodotta. Oltre a questo è da osservare come la produzione bovina italiana avvenga prevalentemente nelle zone più vocate e con la maggiore disponibilità di acqua (ad esempio lungo il fiume Po e dei suoi affluenti).

L’hamburger ha il record del minore consumo di carne

La tipologia di carne che prevede il minore consumo di acqua è l’hamburger. Per un taglio da cento grammi, bastano 180 litri di acqua. Una percentuale molto bassa, se la confrontiamo persino ai numeri dei sostituti vegetali. Teniamo presente che un burger di soia di 150 grammi, sempre secondo i calcoli del Water Footprint Network, ha un consumo di acqua di 160 litri.

Quanta carne consumiamo

Dagli anni Sessanta agli anni Novanta, il consumo di carne nelle diverse parti del mondo è aumentato di 5 volte, passando dai 45 milioni di tonnellate nel 1950 agli attuali 300 milioni. E secondo la Fao, questi numeri sono destinati a raddoppiare, in un arco di tempo anche piuttosto breve: entro il 2050. Ovviamente, la distribuzione dei consumi di carne, come in genere di qualsiasi regime alimentare “ricco”, non è uguale nel mondo. Nei paesi industrializzati si registra una disponibilità annua di carne pari a 80 chilogrammi per persona, a fronte di una media di appena 20 chilogrammi in Africa. E la lunga marcia della Cina è confermata anche dal termometro dei consumi di carne, cresciuti di ben 15 volte negli ultimi 50 anni. In Italia siamo a 110 grammi di carne al giorno, e 190 grammi di salumi a settimana.

Fin qui i consumi. Ma quanta carne dovremmo mangiare per non correre qualche rischio per la salute e sprecare un cibo che pure ha grandi qualità per il nostro organismo? Potremmo citare uno sterminato elenco di ricerche scientifiche relative ai rischi di eccessivi consumi di carne, ma limitiamoci a un dato su tutti, anche per l’attendibilità della fonte. Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro raccomanda di non superare i 300 grammi di carne rossa alla settimana, e consente di alzare questo tetto soltanto per le popolazioni, come gli americani, abituati a super consumi di carne, a 500 grammi.

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