Indice degli argomenti
Consumi di acqua per tipo di carne
- Manzo (bovino) 15.000 litri
- Maiale (suino) 6.000 litri
- Pollo 4.300 litri
- Pecora/agnello 10.400 litri
- Carne di coniglio 3.300 litri, in media.
Come si calcola l’impronta idrica
Il water footprint è dato dalla somma di tre contributi in parte reali e in parte virtuali: l’acqua di evapotraspirazione utilizzata dalle piante per vivere (green water), l’acqua effettivamente utilizzata dai processi produttivi o per irrigare i campi (blue water) e l’acqua virtualmente necessaria a diluire e depurare gli scarichi (grey water). Per i prodotti agroalimentari, la componente di “acqua verde” è di gran lunga la più significativa delle tre, arrivando a costituire la quasi totalità dell’impatto.
A livello complessivo l’intero settore delle carni (bovino, avicolo e suino) impiega per l’80-90% risorse idriche che fanno parte del naturale ciclo dell’acqua e che vengono restituite all’ambiente come l’acqua piovana; solo il 10-20% dell’acqua necessaria per produrre 1 kg di carne viene quindi effettivamente consumata.
Water footprint per produrre la carne in Italia
Il water footprint della produzione di carne bovina in Italia si attesta a 11.500 litri di acqua per produrre 1 kg di carne (il 25% in meno rispetto ai 15.415 della media mondiale), e solo il 13% (1.495 l) di questa viene effettivamente “consumato”. Il restante 87%, è quindi costituito da “green water”, ovvero l’acqua piovana impiegata nella coltivazione delle materie prime per l’alimentazione degli animali.
Le ragioni del minore volume di acqua impiegata nelle produzioni italiane, sono da ricercarsi nel sistema zootecnico nazionale che, essendo basato sulla combinazione di allevamenti estensivi ed intensivi, permette di ottenere una buona efficienza in termini di risorse impiegate per kg di carne prodotta. Oltre a questo è da osservare come la produzione bovina italiana avvenga prevalentemente nelle zone più vocate e con la maggiore disponibilità di acqua (ad esempio lungo il fiume Po e dei suoi affluenti).
L’hamburger ha il record del minore consumo di carne
La tipologia di carne che prevede il minore consumo di acqua è l’hamburger. Per un taglio da cento grammi, bastano 180 litri di acqua. Una percentuale molto bassa, se la confrontiamo persino ai numeri dei sostituti vegetali. Teniamo presente che un burger di soia di 150 grammi, sempre secondo i calcoli del Water Footprint Network, ha un consumo di acqua di 160 litri.
Quanta carne consumiamo
Fin qui i consumi. Ma quanta carne dovremmo mangiare per non correre qualche rischio per la salute e sprecare un cibo che pure ha grandi qualità per il nostro organismo? Potremmo citare uno sterminato elenco di ricerche scientifiche relative ai rischi di eccessivi consumi di carne, ma limitiamoci a un dato su tutti, anche per l’attendibilità della fonte. Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro raccomanda di non superare i 300 grammi di carne rossa alla settimana, e consente di alzare questo tetto soltanto per le popolazioni, come gli americani, abituati a super consumi di carne, a 500 grammi.
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