Come comportarsi con i figli in caso di separazione o di divorzio

Non devono diventare strumenti del conflitto tra i coniugi. Servono delicatezza, cautela e responsabilità

separazione 1

Nessuna separazione, e tantomeno un divorzio che la suggella in modo definitivo, è indolore. C’è sempre sofferenza, e talvolta anche tanta violenza. vite che si sprecano. Le principali vittime sono i figli, specie quando hanno pochi anni di vita: un motivo in più per essere responsabili, da coniugi che si separano, nel momento del distacco e nelle fasi successive. Il matrimonio, però, non può essere mai una prigione. Lunghi decenni di battaglie civili hanno portato alla secolarizzazione di questa istituzione, e oggi ci sono molte più libertà per separarsi e per ricostruirsi una vita. Nessuno deve sentirsi prigioniero, come nessuno deve mollare al primo momento di difficoltà. Da qui il passaggio con i figli. Che senso ha negare la realtà? Ed entrare in una finzione, dove due persone devono fingere di stare ancora insieme solo per non dare traumi ai loro figli. Si tratta un meccanismo pericoloso e controproducente, anche perché i nostri figli sono molto più sensibili e attenti di quanto immaginiamo, e capiscono le cose al volo. Un vortice infernale, nel quale spesso i figli diventano le armi più spietate per fare valere le proprie ragioni. E invece, poiché ci si separa da un marito o da una moglie, ma non dal ruolo di genitore, alcuni punti fermi andrebbero rispettati come le tavole della legge. Anche se questo significa qualche rinuncia, e qualche sofferenza in più.

Cautela e chiarezza

Certo: ci vuole cautela, specie se sono piccoli. Ci vuole gradualità, nel metterli al corrente di una nuova situazione. Ci vuole responsabilità per non scaricare sui figli le tensioni dei genitori. Ma viva la chiarezza. Anzi, più si è trasparenti e più la coppia che si separa è costretta a non ridurre il divorzio a una sequenza infinita di scontri, ripicche, rivendicazioni.

Mentire è inutile

Esiste uno spazio molto ampio tra l’antica formula dell’arrotondamento della realtà, che non equivale alla menzogna, e la verità che dobbiamo ai figli, senza mai considerarli nostra esclusiva proprietà, ma piuttosto avendo con loro un rapporto tra persone autonome, libere e responsabili. È in questo spazio che tutti, anche i genitori che sono costretti ad attraversare il lungo tunnel di una dolorosa separazione, devono avventurarsi. Sapendo che mentire è uno spreco inutile: di energie, di credibilità, di stima reciproca. E di amore che evapora.

Non chiedere ai figli di schierarsi

Una volta imboccata la strada della separazione, e poi del divorzio, è opportuno parlare ai  figli insieme, se possibile, per spiegare cosa sta succedendo in modo semplice e delicato. Evitate dettagli dolorosi o accuse reciproche: i figli non devono schierarsi. Adattate la spiegazione all’età del bambino: i più piccoli hanno bisogno di parole semplici, gli adolescenti meritano una comunicazione più articolata.

Garantire stabilità e routine

La stabilità aiuta i figli a sentirsi sicuri: dunque, in caso di separazione mantenete abitudini, orari e attività quotidiane il più possibile. Se cambiano casa o scuola, spiegate i motivi con calma e rassicurazione. I figli devono sapere che non hanno colpa per la separazione dei genitori e che l’amore della madre e del padre per loro non cambia. Ripetetelo spesso, con parole e gesti concreti.

Accordarsi sul tempo da trascorrere con i figli

In una separazione i figli andrebbero sempre e comunque tutelati, da entrambi i genitori, e mai strumentalizzati. La parola chiave è rassicurarli, e l’unica strada percorribile per arrivare a questo difficile traguardo è condividere le scelte di fondo che arrivano dopo la separazione. La divisione del tempo da trascorrere, ciascuno nella propria nuova casa, con i figli, non escludendo momenti nei quali si può stare ancora tutti insieme, senza recitare, ma con autentico e reciproco affetto. La condivisione delle responsabilità, dalla scelta degli studi agli interventi nella vita privata dei figli, senza invasioni di campo, quando appare problematica.

Non denigrare il partner dal quale ci si separa

L’impegno a non denigrare l’altro, a non isolarlo e tantomeno a escluderlo: un figlio ha sempre bisogno di entrambi i genitori, padre e madre, e la supplenza non è mai efficace. Una sorta di patto, esplicito e implicito è solo un dettaglio, che impegni entrambi i genitori a dare priorità all’interesse dei figli nel caso di ulteriori dissensi che arrivino dopo la separazione. La gradualità e la cautela, nel convincere i figli a convivere con nuovi partner: i figli non sono pacchi postali che, facilmente, si spostano da un indirizzo a un altro.

Evitate conflitti davanti ai figli

Litigi, critiche o sminuire l’altro genitore davanti ai figli li mette in una posizione dolorosa. Anche se il rapporto tra ex è teso,litigioso, il rispetto reciproco è essenziale per il bene dei figli. In certi casi può essere utile coinvolgere un mediatore familiare, uno psicologo infantile o una persona di famiglia, solida, equilibrata  e fidata. La scuola può essere un alleato importante: informate gli insegnanti se pensate che la situazione familiare possa influire sull’andamento scolastico o emotivo.

Tentare comunque una riconciliazione

Non è mai troppo tardi, dopo una separazione, capire se ci sono margini per una riconciliazione e per ricostruire un rapporto sereno e solido con il partner, magari anche con l’aiuto dei figli, e non per sensi di colpa, ma in seguito a una normale maturazione del proprio stato d’animo, delle proprie convinzioni e dei propri obiettivi di vita. Le nostre madri e le nostre nonne tolleravano molte cose, anche i tradimenti e l’arrotondamento della verità, pur di evitare ai figli il dolore e il trauma irreversibile della separazione. Erano ipocrite? Mortificavano l’autonomia della donna e la sua personalità? Può darsi, ma quasi sempre la spuntavano e riuscivano a tenere unita la famiglia riprendendosi il loro marito solo temporaneamente smarrito. E riuscivano in primo luogo ad evitare sofferenze. Adesso la legge della morale fai-da-te in tema di separazioni scolpisce un unico comandamento: se le cose non vanno bene, inutile sprecare tempo, e provare a rimediare i cocci. Meglio una veloce separazione. Ecco: è la parola sprecare che in questo caso non ci convince. Una prova di ragionevolezza, portata avanti con estrema fiducia e fino all’ultimo minuto possibile, non è mai uno spreco. Né di tempo né di energia.

Leggi anche:

Foto apertura di Daria Obymaha via Pexels

Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
Torna in alto