Biosphera 2.0, la casa passiva con consumi energetici pari a zero. E con isolamento acustico totale

Il progetto AktivHaus nasce da una collaborazione tra il Politecnico di Torino e l’Università della Valle d’Aosta. Temperatura in estate a 21 gradi, in inverno a 25 gradi. I test in alta montagna

casa autosufficiente biosphera 2.0

CASA AUTOSUFFICIENTE

La casa del futuro? A energia 0, a misura d’uomo, che sceglie il comfort come pietra angolare della sua progettazione. Vivere bene con il minimo impatto ambientale possibile: questo è l’obiettivo del progetto Biosphera 2.0, che si incasella nella ricerca sulle cosiddette passive houses, le case passive, cioè le architetture progettate in modo da provvedere ai fabbisogni energetici attraverso flussi di caldo e freddo tratti dall’ambiente esterno. E portare così il costo di questi consumi verso lo zero.

Una casa passiva assicura il benessere termico senza alcun impianto di riscaldamento “convenzionale” all’interno, tipo caldaia e termosifoni o sistemi analoghi. Stesso discorso per quanto riguarda i sistemi di raffreddamento, come i condizionatori.

Insomma, un’estrema attenzione allo spreco energetico e l’applicazione di tecniche all’avanguardia per quella che si definisce “zero energy generation” delle abitazioni.

LEGGI ANCHE: Case passive, aumentano in Italia e siamo dietro ai paesi dell’Europa del Nord

PROGETTO BIOSPHERA 2.0

Biosphera 2.0, oltre ad essere energeticamente autonoma mette al centro l’esperienza abitativa e il benessere degli abitanti: costruita adottando le migliori tecnologie disponibili, a misura d’uomo, ha un isolamento acustico quasi totale. Nel mondo del rumore, in cui l’inquinamento acustico ha un impatto fortemente invalidante sulla vita delle persone, ciò significa l’aumento significativo della felicità e dello stare bene.

La casa, itinerante e mobile, è il risultato di un progetto di AktivHaus in collaborazione con il Politecnico di Torino e l’Università della Valle d’Aosta che unisce ricerca scientifica sui nuovi materiali edili al monitoraggio ambientale: è stata sottoposta a stress termici molto duri, trasportata sulle spiagge dell’Emilia Romagna così come sulle cime aguzze delle montagne di Courmayeur, con temperature esterne da -15 °C a + 40 °C.

casa autosufficiente biosphera 2.0
Progetto BioSphera 2.0

L’esperienza abitativa itinerante si è spostata in varie location in Italia, da Torino a Riccione passando per Roma e Genova. Ben 24 abitanti hanno potuto testare il funzionamento della casa passiva vivendo all’interno dei 25 mq di Biosphera 2.0 provvisti di tutti i normali servizi per vivere: illuminazione a led, cucina a induzione, elettrodomestici, riscaldamento e raffrescamento, suddivisi in zona giorno, zona notte, bagno e centrale tecnica. Nel frattempo ne erano controllati i parametri vitali e si studiava come il corpo reagisce agli sbalzi ambientali: si è rilevato che la temperatura tra le pareti era sempre compresa tra i 21 °C in inverno e i 25 °C in estate senza alcuna fonte esterna di riscaldamento/raffreddamento, e che, quindi, non vi erano contraccolpi per la salute ed il benessere degli ospiti e delle ospiti presenti.

L’implicazione futura di una tale sperimentazione, insieme ai tanti studi sul sistema delle case passive, è che possiamo sperare in un mondo di moduli abitativi che hanno somma energetica zero, e sono leggere, trasportabili, adattabili ad ogni clima. Ma che, soprattutto, non inquineranno il pianeta essendo completamente sostenibili nel loro funzionamento.

Paolo Cunial ha raccontato a Non Sprecare cos’è il Progetto BioSphera 2.0.

(L’immagine in evidenza e la foto nel testo sono tratte dalla pagina Facebook del progetto BioSphera 2.0)

Leggi anche:

Torna in alto