Quando si deve prendere la pastiglia per la pressione, per non sprecare i suoi effetti? Meglio la mattina o la sera? Sono domande frequenti, visto che secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in Italia, tra le persone che hanno un’età tra i 35 e i 74 anni circa il 49 per cento degli uomini e il 39 percento delle donne sono considerati ipertesi, inclusi coloro che sono in trattamento farmacologico.
Finora si è pensato, anche sulla base di evidenze scientifiche, che fosse indifferente prendere questo prezioso medicinale, che può salvare la vita, la mattina o la sera: i rischi di ictus o infarti non variavano sulla base degli orari di assunzione della pillola.
Ma una ricerca cinese pubblicata nel mese di agosto del 2025 sulle pagine della rivista JAMA Network Open cambia, e non in modo irrilevante, il quadro.
I ricercatori cinesi hanno esaminato ben 720 pazienti ipertesi, dividendoli in due gruppi: una metà prendeva la pastiglia la sera e l’altra metà invece al mattino. I risultati sono stati sorprendenti: la riduzione dei rischi di ictus e malattie cardiovascolari è risultata decisamente maggiore nel caso della pastiglia assunta nelle ore serali.
E il motivo è legato a un fatto preciso: la protezione dai rialzi della pressione è fondamentale la mattina presto, tra le quattro di notte e l’ora del risveglio. Se si prende la pastiglia per la pressione la mattina, per esempio tra le 8 e le 9, il suo effetto alle 4 di notte sarà ormai sfumato.
Ma perché la pastiglia per la pressione è così importante per gli ipertesi?
L’ipertensione è uno dei principali fattori di rischio per malattie cardiovascolari, ictus e insufficienza renale. Quando la pressione rimane alta nel tempo, danneggia le pareti dei vasi sanguigni, favorendo l’accumulo di placche e l’aumento del rischio di coaguli. Per questo motivo, controllare la pressione arteriosa con farmaci specifici non è una questione di comfort, ma di prevenzione di eventi potenzialmente fatali.
Il principio attivo dei farmaci antipertensivi agisce per ridurre la pressione sanguigna, alleggerendo il carico di lavoro del cuore e proteggendo gli organi vitali. Tuttavia, come evidenzia la ricerca cinese, la tempistica di assunzione gioca un ruolo cruciale nell’efficacia del trattamento. Il cosiddetto “dipping notturno” – ovvero la naturale diminuzione della pressione durante il sonno – è un fattore protettivo che caratterizza gli individui sani. Negli ipertesi, questa riduzione non sempre avviene, determinando picchi pressori proprio nelle prime ore del mattino, il momento della giornata in cui il nostro corpo si prepara al risveglio.
Assumere il farmaco la sera garantisce una protezione adeguata durante la notte e nelle prime ore dell’alba, quando il rischio cardiovascolare è statisticamente più elevato. Questo è il momento critico in cui infarto e ictus risultano più frequenti nella popolazione generale. Uno studio pubblicato precedentemente sulla rivista Hypertension aveva già suggerito questa associazione, ma i risultati cinesi forniscono ora evidenze ancora più solide sulla superiorità della somministrazione serale.
Naturalmente, qualsiasi modifica del regime terapeutico deve essere discussa con il proprio medico di base o cardiologo, poiché la decisione sull’orario di assunzione dipende dalle caratteristiche individuali del paziente, dalle comorbidità presenti e da altri farmaci eventualmente assunti. Ma per la maggior parte degli ipertesi, il semplice gesto di assumere la pastiglia al tramonto anziché all’alba potrebbe rappresentare una strategia efficace per ridurre ulteriormente il rischio di complicanze gravi e per vivere più a lungo e in salute.
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