CAFFÈ IN ITALIA
Abbiamo record che ci confortano sulle nostre abitudini, danno respiro alla nostra economia, rimandano a crescita economica e posti di lavoro, ma lasciano anche lo spazio a qualche interrogativo. In materia di sprechi.
Siamo un popolo caffè-dipendente, e questa sicuramente non è una novità, ma il cambiamento vero è un altro: abbiamo il record delle macchinette che distribuiscono il caffè, ovvero siamo a quota 800mila, e così 1 italiano su 2 prende il caffè davanti a un distributore automatico.
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CULTURA DEL CAFFÈ IN ITALIA
Per dare un’idea della portata di questo singolare record, 800mila macchinette del caffè, che buttano fuori 3 miliardi di bicchierini di espresso all’anno, sono una cifra quattro volte superiore a quella della Francia e molto più alta della Germania, che si ferma a 55mila distributori automatici. Le macchinette del caffè, sulla cui qualità non discuto e non entro neanche nel merito, ci circondano negli uffici, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali. Ovunque. Quindi stiamo parlando di una presenza forte nella nostra vita quotidiana e di qualcosa che certo incide negli stili di vita.
Ma qui iniziano i dubbi, sui quali invece vi invito a riflettere. Il caffè per gli italiani è un rito che ha due luoghi-simbolo: la casa e il bar. Nel primo caso, tutto avviene secondo ritmi e consuetudini scolpite nel nostro orologio biologico (vedi il caffè appena svegli). Nel secondo, invece, il bar diventa anche un luogo dove distrarsi, incontrare qualcuno, salutare e scambiare due chiacchere con le persone (a partire dal personale del locale). In una parola: un posto dove fare comunità, stare insieme.
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IMPORTANZA CAFFÈ IN ITALIA
Ora, se cancelliamo questa possibilità, e ci mettiamo tutti in fila davanti alle macchinette, rischiamo di dare un colpo secco ai nostri luoghi identitari (provate a cercare un altro paese al mondo con tanti bar: non lo troverete) e rischiamo di sprecare la nostra voglia di stare insieme. E se in passato ci sono stati anche abusi sull’abitudine di andare al bar per prendere un caffè mentre si lavora, non vorrei che stiamo andando verso un caso opposto: ovvero, i ritmi di lavoro sono diventati così ossessivi, che non possiamo neanche più concederci la pausa di una tazzina di espresso bevuto in compagnia. E non da soli, come avviene di fronte alle 800mila macchinette, magari smanettando con lo smartphone.
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DIFFUSIONE DEL CAFFÈ IN ITALIA
Infine, mi chiedo: ma tre miliardi di bicchierini di carta l’anno, che fine fanno? Dove si gettano? E quanto pesano nella catena per lo smaltimento dei rifiuti? Bisognerebbe capire e approfondire, magari cercando di dare una seconda vita a questi oggetti. In ogni caso, a un importante risultato economico, per la gioia di chi produce le macchinette e di chi vende il caffè confezionato per i distributori, corrisponde sempre un cambiamento degli stili di vita. E, come in questo caso, qualche interrogativo che forse è venuto il momento di farci. Sorseggiando il nostro caffè.
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