Bambini in carcere a disegnare con i loro genitori detenuti

L’esperimento presso la casa di reclusione Opera di Milano, grazie al lavoro dell’associazione Bambini senza sbarre. Un’emozione vitale per il recluso, la possibilità di conoscere il padre per i piccoli. Sono 50mila i minori con genitori in cella.

BAMBINI SENZA SBARRE –

Molti di loro non hanno mai conosciuto il padre, sono nati quando il genitore era già in carcere. Per reati pesanti, come nel caso di buona parte dei 1.400 detenuti di Opera alle porte di Milano Sud: narcotraffico, omicidio, associazione mafiosa.

BAMBINI CON GENITORI IN CARCERE –

Adesso, grazie al lavoro di un’attivissima associazione di volontari nel mondo delle carceri, la onlus Bambini senza sbarre, due sabati al mese i detenuti del penitenziario milanese possono incontrare i figli in due stanze, con le pareti di colore giallo pallido, trasformate in laboratori d’arte. Qui padri e figli giocano con i colori, disegnano, fanno pupazzi da film e perfino mini-sceneggiature.

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BAMBINI CON GENITORI DETENUTI –

Si tratta di un progetto pilota in Italia che consente ai bambini di stare qualche ora alla settimana con i genitori senza passare per lo strazio degli incontri regolamentari e senza mamme. Spiega Lia Sacerdote, che da 15 anni entra nelle carceri italiane come presidente dell’associazione Bambini senza sbarre: «Disegnare insieme azzera l’imbarazzo, crea una relazione tra genitore e figli. E per i padri è un’emozione vitale, alla fine, portare i piccoli a lavarsi le mani, a fare la pipì, atti normali, ma vissuti per la prima volta».

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DETENUTI IN ITALIA –

In Italia si contano 52.294 detenuti, con un affollamento delle carceri più volte denunciato dalla Corte di Strasburgo, e ben 50mila minori sono costretti a varcare i cancelli dei 197 penitenziari per incontri rapidi, spesso senza neanche lo scambio di una parola con il genitore per l’imbarazzo e la vergogna. Con questo esperimento per loro c’è la possibilità di conoscere i padri, e per i genitori di vivere la paternità e di evitare che la loro condanna ricada anche sulle spalle dei figli.

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