
Gli americani sono dei veri specialisti nell’arte dello spreco, alimentato attraverso l’apparente contraddizione della leva dei consumi e della parallela corsa al salutismo. Apparente in quanto tutto rientra in un unico business. Accade così, per esempio, per lo shopping compulsivo: prima ti inducono a comprare, comprare, comprare, anche cose che non servono a nulla, e poi quando finalmente scopri di essere malato, ti curano in una clinica. A suon di decine di migliaia di dollari. Hai problemi con il cuore per una cattiva alimentazione? Altro giro in clinica, dove al coffe shop i pazienti, dopo un intervento a cuore aperto, sono ben «curati» come se fossero in un albergo di Miami, a colpi di breakfast con uova e pancetta.
BAMBINI INFLUENCER
Adesso è la volta del cibo-spazzatura e della campagne, quasi asfissianti per ridurre il consumo di zucchero. L’ultima invenzione della diabolica industria dello spreco, sulla pelle delle persone, mette insieme due ingredienti che funzionano sempre, la pubblicità e i bambini. Così creature minorenni spopolano sul web con i loro video, conquistano il podio degli influencer e fanno volare le vendite del cibo-spazzatura. Un caso per tutti: Ryan Kaji è un youtuber di appena otto anni con 26 milioni di fan: nel 2019 il bambino ha fatturato 32 milioni di dollari con le sue campagne video. Ed è diventato una star della pubblicità del cibo-spazzatura, un settore che fattura ogni anno qualcosa come 2 miliardi di dollari.
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BABY INFLUENCER
Il New York Times ha pubblicato un’inchiesta dal titolo molto significativo: «Chi sono i mini-influencers che fanno ingrassare i vostri figli?» E cita un’indagine della New York University, pubblicata sulla rivista Pediatrics che spiega bene funzionamento e danni di questo nuovo fenomeno. Premesso che Youtube è un canale visto da circa il 40 per cento dei bambini, e dunque è diventato uno strumento prezioso per veicolare messaggi pubblicitari indirizzati ai minorenni, i ricercatori americani hanno fatto qualche test sul campo, andando a vedere da vicino i contenuti di 418 video andati online con il volto di un mini-influencer di età compresa tra gli 8 e i 14 anni.
KID INFLUENCER
Quasi la metà dei bambini promuoveva cibi e bevande, marchi che nel 90 per cento dei casi sono poco salutari, e dunque dannosi per la salute dei bambini. Bevande zuccherate e dolci, cibi gonfi di carboidrati e grassi. Questi video sono stati già visti oltre un miliardo di volte. E un solo video, quello dell’Happy Meal della Mc Donald’s, ha avuto quasi cento milioni di visualizzazioni. Numeri che spiegano i motivi per i quali i baby-influencers ottengono poi ricavi stratosferici, da star del web.
BAMBINI INFLUENCER SU YOUTUBE
Al termine di tutto questo giro, si arriva al capolinea: lo spreco della salute. Il 20 per cento dei bambini e dei ragazzi americani, tra i 2 e i 19 anni, risultano obesi. Erano appena il 5,5 nel 1970. E anche in Italia bisogna fare i conti con questo fenomeno di cattiva alimentazione, spinta dalla pubblicità e dagli influencers. Un bambino su dieci è obeso e due su dieci sono in sovrappeso. L’abitudine al cibo-spazzatura purtroppo si paga a caro prezzo. Per la gioia di chi ci guadagna tanti soldi. Mentre dappertutto, a partire da quel mondo di fantasmi che si raccoglie attorno all’Organizzazione mondiale della sanità, non si fa altro che predicare un’alimentazione sana già dall’infanzia.
La foto è tratta dal video di YouTube MCDONALD’S HAMBURGER MAKER & McDonald’s Cash Register Toys for Kids.
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