Undicimila euro agli under 25, la ricetta inglese per aiutare i giovani. Si può fare in Italia?

Il bonus, una tantum e versato in un’unica quota. La proposta di un importante pensatoio britannico contro la diseguaglianza generazionale. In Italia, dove i ragazzi aspettano l’eredità, sarebbe una vera scossa

COME AIUTARE I GIOVANI AD EMANCIPARSI

AIUTARE I GIOVANI

Undicimila euro, una tantum, in un colpo solo. Non è il regalo peronista promesso dal solito paese sudamericano, ma la soluzione messa a punto dagli studiosi di un autorevole think tank inglese, la Resolution Foundation, per dare una spinta ai giovani.

Chiunque compie 25 anni riceve una assegno che può spendere come vuole: per pagare l’avvio di una locazione di una casa, per autofinanziarsi uno studio, per mettere in pista il progetto di una startup. In contanti arrivano 10mila sterline (dunque circa 11mila euro) che non devono essere rimborsate.

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BONUS PER I GIOVANI

Come viene finanziato questo bonus extra large per i giovani millennials inglesi? Con la fiscalità generale, ovvero con le tasse già previste e in particolare con un aumento della tassa di successione, quella che si paga per incassare l’eredità, che oggi in Gran Bretagna già è al 40 per cento per i patrimonio di valore superiore a un milione di sterline (in Italia è stata abolita).

La cosa interessante è notare la filosofia alla quale si ispira questa proposta. Con due punti cardine. Il primo: tra le diseguaglianze più gravi oggi c’è sicuramente quella generazionale, tra la generazione dei baby boomers (nati tra il 1946 e il 1965) e quella dei millennials (nati tra il 1981 e il 2000). Sono loro, i secondi, che hanno, rispetto ai primi, salari più bassi, più difficoltà ad accedere al credito bancario e al lavoro stabile, minore protezione. E una certezza: coperture previdenziali che saranno nettamente inferiori a quelle dei genitori e dei nonni. Il risultato di questo meccanismo, che il bonus degli 11mila euro vuole in qualche modo spezzare, è che l’attuale generazione dei giovani  è la prima, dal dopoguerra a oggi, che ha la matematica certezza di essere più povera della precedente. La crescita economica e sociale, la corsa verso il benessere con il relativo ascensore, si è fermata. Il secondo punto cardine della proposta è che bisogna dare una scossa a favore dei giovani, riequilibrando il carico fiscale a svantaggio delle persone anziane, prima che sia troppo tardi e che il meccanismo di impoverimento generazionale diventi definitivo e automatico.

COME AIUTARE I GIOVANI AD EMANCIPARSI

Si può pensare a qualcosa del genere in Italia? Francamente non lo so. Certo, siamo il pase con la più alta disoccupazione giovanile in Europa (31,7 per cento rispetto a una media dell’11 per cento), abbiamo il record dei Neet (giovani che non studiano e non lavorano), una categoria che comprende 2,2 milioni di ragazzi. E chi andrà in pensione nel 2040 riceverà un assegno molto più basso dell’80 per cento dell’ultimo stipendio, la percentuale portata a casa, mediamente, dalle precedenti generazioni.

Dunque, i giovani italiani, altra cosa che abbiamo denunciato anche su questo sito, si trovano  nella condizione di fare una scelta: o emigrano, oppure restano a casa e aspettano l’eredità di genitori e nonni. Tanto che il bonus inglese in Italia è già stato battezzato con la sigla «Eredità di cittadinanza». In questo clima, non basta certo il bonus, una tantum, concesso ai 18enni più poveri di 500 euro, né tantomeno gli 80 euro dati urbi et orbi. Servirebbe anche in Italia una scossa per i giovani, da finanziare tagliando sprechi e altri incentivi nell’ambito della spesa pubblica e magari ripristinando la tassa sull’eredità. Senza costringere i ragazzi ad aspettare la fine del caro estinto.

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