Progettata per trasportare i disabili da una sponda all’altra del Canal Grande, l’ovovia su rotaia agganciata al ponte della Costituzione a Venezia rischia ora di trasformarsi in un vero e proprio monumento allo spreco e all’inefficienza. Peccato che per la sua realizzazione sono stati spesi 2 milioni di euro.
VENEZIA PONTE DELLA COSTITUZIONE
Come leggiamo su L’Espresso, l’ovovia entrerà in funzione nei prossimi giorni. Il suo scopo: risolvere uno dei tanti errori di progettazione che coinvolgono il ponte della Costituzione ideato dal celebre architetto spagnolo Santiago Calatrava. Con la sua campata lunga 81 metri e la sua forma arcuata, il ponte è infatti inaccessibile ai disabili, in spregio alla legge sulle barriere architettoniche in una città dove è già difficilissimo muoversi in carrozzina, tra le strette calli e i 417 ponti. Lo speciale “dispositivo traslante” come molti l’hanno definito, dovrebbe pertanto facilitare il trasporto da una parte all’altra del Canale mediante una cabina che si muove su un binario e può ospitare due persone per volta.
VENEZIA PONTE DEGLI SPRECHI
Fin qui tutto bene se non fosse che per trasportare le persone da una sponda all’altra del Canal Grande, la speciale ovovia impiega ben quattro minuti e mezzo, file escluse. “A quel punto prendi il vaporetto”, è il commento caustico di parecchi veneziani. Altri sottolineano invece che, con una struttura così appariscente, i disabili finiranno per trovarsi in una sorta di acquario, fotografati come attrazioni dai “soliti” turisti giapponesi. Ma non è tutto: pensata per le persone con difficoltà di movimento e per le mamme con le carrozzine, l’ovovia potrà essere utilizzata anche dai turisti con pesanti bagagli. Questo ovviamente, come evidenzia il portale disabili.com “visto l’elevatissimo numero di persone che attraversano il ponte” comporterà “code lunghissime, disservizi ed elevati costi di manutenzione”. Non usa mezzi termini neppure l’attuale assessore comunale ai Lavori pubblici Alessandro Maggioni quando evidenzia: “Io non l’avrei fatta e, se avessi avuto il potere di fermarla, ne avrei approfittato. Il fatto è che non potevamo tornare indietro rispetto alle scelte dei precedenti amministratori, essendo stato speso del denaro pubblico“.
Sono tanti infatti i soldi pubblici spesi: quasi 12 milioni di euro. Tanto è costato il quarto ponte di Venezia dopo Rialto, gli Scalzi e l’Accademia, bandito inizialmente per 3,8 milioni di euro. Anche per questo, lo scorso aprile la Corte dei Conti aveva addebitato 3,4 milioni di danno erariale a sei tecnici e allo stesso Calatrava che, alla fine ha donato il ponte alla città accontentandosi di una parcella da 245 mila euro per la consulenza. I giudici contabili hanno inoltre messo in risalto che “l’opera è affetta da una patologia cronica caratterizzata dalla necessità di un costante monitoraggio e dal continuo ricorso a interventi non riconducibili all’ordinaria manutenzione“. Alla fine l’inchiesta è stata archiviata ma, dal 2008 a oggi, dopo 6 anni di lavori che sarebbero dovuti durare al massimo un anno e mezzo, i problemi riscontrati sono notevoli: ad esempio l’arco ribassato provoca lo spostamento delle rive mentre i gradini sono estremamente scivolosi in caso di pioggia.
La speciale ovovia rischia quindi di trasformarsi da strumento utile a puro ornamento urbanistico. Il tutto, ancora una volta, a spese dei contribuenti.