Anche Bruges, la “la Venezia del Nord”, fissa dei paletti per arginare il turismo di massa

La capitale delle Fiandre occidentali, patrimonio dell’Unesco dal 2000, ha deciso di limitare le navi da crociera, di non investire più in promozione e di impedire la costruzione di nuovi alberghi. L’obiettivo è promuovere visite di qualità e di scoraggiare le orde di turisti mordi e fuggi. Una strategia che dovrebbero adottare anche le città italiane, Venezia in primis

LIMITAZIONI TURISMO BRUGES

Meno turisti ma più attenti alla bellezza e alla vita della città. Bruges, la splendida capitale delle Fiandre Occidentali, ha deciso di mettere un freno al turismo incontrollato. Letteralmente presa d’assalto negli ultimi anni, con enormi danni per la quotidianità dei residenti e la manutenzione dei monumenti, la cittadina belga ha adottato una nuova strategia che punta a limitare gli accessi eccessivi nel centro storico, soprattutto per quanto riguarda i visitatori mordi e fuggi (quelli che si trattengono per non più di due ore), per promuovere un turismo più sostenibile e di qualità. Per riuscirci ha diminuito il numero di crociere che potranno attraccare nel vicino porto, ha tagliato gli investimenti in promozione turistica e ha bloccato la costruzione di nuovi hotel. Una strada, quella adottata dall’amministrazione guidata dal sindaco Dirk De fauw, che punta ad evitare il modello Disneyland per il suo splendido borgo medievale.

BRUGES GRANDI NAVI VENEZIA

Questo stesso risultato dovrebbe essere perseguito con maggiore convinzione anche nel nostro Paese, dove, dopo l’ennesimo incidente, il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha finalmente annunciato che entro la fine di giugno sarà trovata la soluzione per allontanare le grandi navi dalla Giudecca e da San Marco a Venezia.

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Misure che incontrano inevitabilmente degli interessi molto influenti. Basti pensare che le grandi navi a Venezia sono un business da 280 milioni di euro che, tra il 1997 e il 2018, ha portato nella città lagunare oltre 31 milioni di passeggeri, con i problemi che si possono facilmente immaginare. L’invasione ha colpito anche Bruges: la città conosciuta nel mondo per i suoi canali, le strade ciottolate e gli edifici medievali, quest’anno ha accolto oltre 8 milioni di turisti con un aumento di circa 900mila persone rispetto ai 12 mesi precedenti. Di queste, però, la stragrande maggioranza si trattiene in città non più di tre ore, grazie ai transfer dalle crociere e ai viaggi organizzati in giornata dai tour operator. 

LIMITAZIONI TURISMO BRUGES

Per arginare proprio questa tendenza l’amministrazione ha ridotto a due le navi da crociera che possono ormeggiare contemporaneamente nel porto di Zeebrugge. Precedentemente erano cinque. Inoltre è stata adottata una politica per spingere i grandi armatori a programmare le visite nei giorni feriali e non nel fine settimana quando il numero dei turisti aumenta in maniera esponenziale. Un altro punto della strategia è, come ha già fatto l’olandese Amsterdam, tagliare drasticamente i fondi riservati alla promozione turistica: la città è già sufficientemente conosciuta non c’è bisogno di incentivare ulteriormente il turismo. Infine è stata vietata la costruzione di nuovi alberghi e delle limitazioni per i residenti che intendono affittare le proprie abitazioni. Infine, per preservare le caratteristiche botteghe cittadine, l’esecutivo federale sta cercando di limitare i negozi di souvenir o monotematici.

TURISMO DI MASSA

In certi periodi dell’anno il numero dei visitatori a Bruges può doppiare o triplicare quello dei residenti del centro storico, rendendo la situazione davvero insostenibile. Quindi sono necessarie le limitazioni che, contrariamente a quanto si possa immaginare, non avranno ricadute economiche negative, anzi. L’obiettivo, infatti, è quello di promuovere un turismo di qualità che spinga i visitatori a passare più giorni in città in modo da viverne a pieno l’atmosfera anche grazie ai numerosi musei e ai ristoranti caratteristici.

QUANDO IL TURISMO É UN VALORE:

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