L’Everest è diventato una gigantesca discarica a cielo aperto

In un solo giorno raccolte 11 tonnellate di rifiuti sulla sua vetta. Le cause? Un turismo selvaggio, l'inciviltà degli scalatori, e la crisi climatica che complica le pulizie

rifiuti monte everest

In una sola giornata, nel luglio del 2024, un gruppo di militari e di guide ad alta quota, pagati dal governo del Nepal, hanno raccolto oltre 11 tonnellate di rifiuti sulla vetta dell’Everest, la montagna più alta del mondo e un luogo sognato da tutti gli appassionati di spedizioni ad alta quota.

Se la più grande discarica abusiva in Europa si trova in Italia, e tra i luoghi più inquinati del mondo ci sono le discariche in Africa, da tempo l’Everest ha guadagnato il triste primato di essere la discarica a cielo aperto più alta del mondo e così si è trasformato in un luogo-simbolo di come l’uomo possa distruggere l’ambiente, mettendo insieme piccole e grandi azioni che portano allo stravolgimento del luogo. Da un lato l’impotenza complice e rissaiola dei due governi, la Cina (il Tibet) e il Nepal, sul cui territorio ricade la montagna, dall’altro il turismo selvaggio e la sua fabbrica di interessi, mischiati con i comportamenti assurdi dei visitatori, che pure dovrebbero essere persone amanti della natura. Al centro, come effetto-volano di questo degrado il surriscaldamento climatico che, alterando le temperature, rende ancora più tossici, e difficili da smaltire i vari tipi di rifiuti che si stanno accumulando sulle cime asiatiche.

L'Everest è diventato una gigantesca discarica a cielo aperto
Foto di Roberta Marcazzan via Facebook

L’inciviltà degli scalatori è alimentata da un turismo low cost, selvaggio, che ha trasformata la più bella montagna del mondo in un luogo facile da raggiungere per scattare selfie e inquinare indisturbati. E il surriscaldamento climatico ci ha messo il suo: sciogliendosi i ghiacci, i rifiuti si frammentano ma vanno in circolazione, diventando così ancora più ardua qualsiasi operazione di pulizia. La prima avventura realizzata con successo sulle cime dell’Everest risale a 65 anni fa, e da allora la montagna più alta del mondo (8.848 metri di altezza) è diventata una meta super popolare di visitatori e scalatori della domenica. Nessuno, di fronte al dio denaro e alla ricchezza che arrivava da questa industria, ha pensato mai di regolamentarla e di ordinarla per evitare lo scempio. Chissà che cosa ne penseranno di questo disastro, guardandolo dall’alto, gli antichi promotori del successo dell’Everest.

Nel 1865 fu l’inglese Andrew Waugh, allora governatore britannico delle Indie, che volle dare questo nome alla montagna, in onore di George Everest, l’uomo che per tanti anni aveva guidato le spedizioni dei geologi inglesi tra la Cina, il Tibet e il Nepal. Oggi stiamo assistendo alla sua distruzione.

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