Andrea scala l’Everest senza avere le gambe

Rimasto con le protesi per una meningite fulminante, Andrea non si è mai scoraggiato. Ha iniziato una vita da atleta. Ed è arrivato anche sul tetto del mondo

Senza gambe, riesce anche a scalare il tetto del mondo, l’Everest. È la bellissima storia di Andrea Lanfri, nato a Lucca nel novembre del 1986 e rimasto, nel 2015, senza gambe e senza sette dita delle mani, per una meningite fulminante. Tutto avviene all’improvviso, con una tragica velocità. Una mattina Andrea si sveglia con i brividi di freddo e la febbre a 40 gradi, chiama il medico e su sua indicazione prende un antipiretico e uno sciroppo. La febbre sale a 43,  arriva un’ambulanza, e ci sono i primi segni di necrosi alle gambe. La diagnosi non lascia scampo: meningite, bisogna amputare le gambe. Ma nonostante questo, Andrea è andato avanti, coltivando tutte le sue passioni: la scuola, la montagna, lo sport. E raggiungendo risultati sempre più incredibili.

ANDREA LANFRI SCALA L’EVEREST SENZA GAMBE

L’ultima impresa di Andrea Lanfri è stata quella di arrivare in cima all’Everest, 8848 metri di altezza, accompagnato soltanto dalla guida Luca Montanari. Ma è soltanto una delle avventure sportive di successo portate a termine da Luca, il primo sportivo pluriamputato arrivato sul tetto del mondo. In passato è stato vicecampione paralimpico europeo nella staffetta 4×100, ha percorso 10.000 chilometri in bicicletta in giro per il mondo, ha vinto 12 medaglie in diverse discipline sportive, e ha consumato, per le sue passioni sportive, 12 paia di protesi.

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SCALATORE DA RECORD CON LE PROTESI

Prima dell’Everest, Andrea Lanfri aveva già scalato il Monte Rosa. E per dare un’idea del temperamento di questo atleta bisogna scorrere la sua biografia, dove a un certo punto racconta il momento nel quale gli hanno comunicato che non aveva più le gambe per colpa della meningite. «Non ho più le gambe? E allora corro!» è stata la sua risposta. E così è stato, all’insegna di una vita nella quale nulla è andato sprecato.

Le immagini sono tratte dalla pagina Facebook di Andrea Lanfri

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