Leucemia, l’ospedale modello per l’Europa si trova in Italia. A Monza guariscono l’85% dei bambini. E un nuovo test fa ben sperare

Spazi ampi e stanze singole con richiami all’ambiente: il bosco, la barriera corallina e le montagne delle Dolomiti. L’area della ricerca a stretto contatto con quella della cura con l’obiettivo di far guarire anche quel 15% di bambini che oggi non ce la fa

IL CENTRO DI ECCELLENZA PER LA CURA DELLA LEUCEMIA DEI BAMBINI

OSPEDALE LEUCEMIA MONZA

Offrire ai bambini malati di leucemia l’assistenza medica e psico-sociale più qualificata al fine di garantire loro le più elevate possibilità di guarigione e la miglior qualità di vita. È questa la missione del centro Maria Letizia Verga per la cura e lo studio della leucemia dei bambini, di Monza, in Brianza. Un esempio di eccellenza sanitaria che nasce dall’efficace connubio tra pubblico e privato: un ente privato, la Fondazione Monza e Brianza per il bambino e per la sua mamma gestisce il centro con un accordo con la regione, in piena autonomia. Al suo interno professionisti di grandissimo livello si battono contro la leucemia o il linfoma, malattie che oggi, grazie ai progressi compiuti dalla ricerca, l’85% dei bambini riesce a superare, guarendo, contro il 30% del 1979. La speranza del centro, però, è riuscire a fare ancora meglio affinchéanche quel 15% di bambini che oggi non ce la fa possa raggiungere la completa guarigione. Speranza alimentata anche dall’inizio della sperimentazione di un nuovo test che apre nuovi orizzonti nel contrasto alla malattia.

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IL CENTRO PER LA CURA DELLA LEUCEMIA DEI BAMBINI

Il centro funziona innanzitutto grazie a un’ottima integrazione tra ricerca, cura e degenza. Anche dal punto di vista degli spazi. Il piano interrato, infatti, ospita cinquanta dipendenti tra ricercatori, tecnici e biologici: una squadra, capace di sfornare già 400 pubblicazione su questa malattia. Poi c’è il Day Hospital e le aree per i trapianti, dove i risultati dei ricercatori arrivano in tempo reale, dando la possibilità ai medici di aggiornare continuamente le terapie.

IL CENTRO MARIA LETIZIA VERGA

Le stanze sono singole, di colori forti e densi, come il blu dell’intero fabbricato. Le pareti sono colorate con disegni a tema, che richiamano l’ambiente e il verde: dai boschi alla barriera corallina fino alla montagna dolomitica. A pochi passi dal centro c’è la Cascina Vallera, dove vengono ospitate le famiglie dei bambini, che così possono stare vicino ai piccoli pazienti senza disagi. La struttura è stata anche recentemente visitata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha dichiarato: “Il Comitato Maria Letizia Verga, la Fondazione Tettamanti e la fondazione MBBM rappresentano un grande esempio di come quell’indispensabile integrazione tra scienza, professionalità e calore umano consentano grandi risultati. La qualità del Centro Maria Letizia Verga – ha continuato – è testimoniato dai numeri: sono quasi duemila i bambini guariti, e questo rende concretamente l’idea di come spesso si arrivi qui con apprensione e preoccupazione e si esca, nella gran parte dei casi, rassicurati e con delle prospettive di vita serena”.

Professor Carlo Gambacorti Passerini, direttore dell’Unità di Ematologia del San Gerardo

UN NUOVO TEST

Dallo scorso gennaio, i pazienti con leucemia mieloide acuta ricoverati presso la ASST di Monza, in particolare all’ospedale San Gerardo, avranno anche un’arma in più per combattere la patologia. È stato messo a punto un test in grado di individuare alterazioni geniche non identificabili con le normali metodiche. “Con questo esame – spiega il professor Carlo Gambacorti Passerini, direttore dell’Unità di Ematologia del San Gerardo e professore di Ematologia all’Università di Milano-Bicocca – possiamo individuare mutazioni in ognuno di 101 geni che abbiamo selezionato come frequentemente mutati in questo tipo di leucemie. Inoltre questo test viene completato con una seconda analisi che individua fusioni tra parti di geni diversi nelle cellule leucemiche”. In questo modo si possono prendere decisioni terapeutiche, come cambiare farmaci, interrompere una terapia o al contrario aumentarne dosi e procedere al trapianto di midollo, con mesi di anticipo che consentono indubbi vantaggi. Ad esempio si possono evitare terapie tossiche, quando queste non sono necessarie, e decidere in anticipo quando incrementarne invece l’aggressività delle terapie, utilizzandole nel momento ottimale per massimizzarne gli effetti.

La foto è tratta dalla pagina Facebook Comitato Maria Letizia Verga.

STORIE DI OTTIMA SANITÀ ITALIANA

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