Le Terre di Zoè è una azienda agricola familiare, con baricentro nella piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, che fa dell’innovazione la sua linea guida. Nel tempo l’azienda si è sviluppata, prima attivando oltre la produzione primaria anche l’attività di trasformazione della frutta in conserve e succhi e parallelamente avviando un agriturismo ed anche una fattoria didattica. Un’attenzione particolare è stata data all’innovazione dei prodotti. Le Terre di Zoè, per esempio, è stata una delle prime aziende a convertire il mandarino comune in clementine e tra i primi ad introdurre il kiwi e l’avocado nella piana di Gioia Tauro.
Il progetto anti-spreco di terre di Zoè consiste nell’utilizzo degli scarti del processo di estrazione dei succhi di frutta, che opportunamente trasformati ed integrati con additivi naturali, in una chiave di Economia circolare, diventano un biomateriale che fa da input ad una stampante 3D, che a sua volta realizza degli altari. In particolare, il progetto consiste in una realizzazione artistica e artigianale, che si integra perfettamente con le possibilità fornite dall’Intelligenza Artificiale.
Per sviluppare il progetto, sono stati monitorati, tramite appositi sensori, diversi parametri come la temperatura e umidità del suolo dove insiste la produzione dell’azienda agricola e questi dati, integrati con molti altri, sono stati riportati su un piano cartesiano per essere poi rielaborati dall’IA ed essere trasformati in forme sinuose, i nostri altari, che diventano il disegno che la stampante 3D realizza. Per chiudere il processo circolare, questa realizzazione, definita come “altare per la Terra” è stata posizionata negli interfilari delle coltivazioni così da cedere per effetto degli agenti atmosferici, i componenti nutrizionali di cui è fatta, via via al terreno. Quindi, dalla terra è derivata, e alla terra ritorna.
L’obiettivo del progetto è quello di realizzare una filiera circolare completa, replicabile in tutte le produzioni previste. A partire dagli scarti dovuti a frutta con una forma non idonea per il mercato o a sovrapproduzione non assorbita dal mercato, o alle bucce non utilizzate nella produzione dei succhi, che altrimenti andrebbero sprecate. Infine, un’attenzione particolare viene data dall’azienda anche all’impatto sociale del progetto, per il quale le assunzioni si concentrano tra gli immigrati presenti nella piana di Gioia Tauro, in particolare le donne.
Il progetto è candidato al Premio Non Sprecare 2025, nella sezione “Aziende”. Per candidare i vostri progetti, seguite le istruzioni fornite qui.
I progetti in concorso per l’edizione 2025 del Premio Non sprecare:
- Vitorchiano: il comune laziale dove il porta-a-porta è digitale
- Itelyum: l’azienda che estrae terre rare dai rifiuti elettrici ed elettronici
- Pannelli solari subacquei che funzionano meglio di quelli esposti all’aria
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.