Tutto inizia con l’olio esausto e con il suo riutilizzo. Itelyum è un’azienda di Ceccano, in provincia di Frosinone, che da mezzo secolo è specializzata nel riciclo dell’olio industriale esausto, ovvero uno scarto molto inquinante, ma anche molto promettente sul piano del possibile riutilizzo.
Nel 2024 la società, in collaborazione con l’università dell’Aquila, ha brevettato un procedimento con il quale riesce a fare una produzione circolare molto importante: dai rifiuti elettrici ed elettronici si ricavano terre rare. E così è nato a Ceccano il primo stabilimento in Europa che dai rifiuti tecnologici, dalle famose batterie elettriche ai vari pc e computer, riesce a ricavare, attraverso un sofisticato percorso industriale, le terre rare, ovvero materiali fondamentali in tutta una serie di settori.
I vantaggi acquisiti da questa postazione italiana dell’economia circolare sono diversi. Innanzitutto si possono ridurre, almeno in Italia, i rifiuti di apparecchi elettrici ed elettronici, che spesso marciscono nei cassetti di casa, oppure finiscono in luoghi sbagliati. Cosa molto importante, se pensiamo alla gigantesca quantità di spazzatura elettronica accumulata in Italia, pari a circa 750 mila tonnellate all’anno. Rifiuti che valgono un doppio spreco: per il possibile inquinamento che producono e per le quantità di materiali, anche preziosi, che contengono.
In secondo luogo, attraverso questa produzione circolare l’Italia e l’Europa possono provare ad aprirsi un varco nel mercato delle terre rare, monopolizzato dalla Cina, dove si realizza l’estrazione, molto complessa e pericolosa, del 70 per cento dell’intera produzione di questi materiali.
Itelyum, considerando la sua storia interamente maturata all’interno del riciclo dei rifiuti a scopi industriali, e anche la sua forza (oggi il gruppo fattura 600 milioni di euro e ha 44 sedi operative), è la prova che la scommessa dell’economia circolare in versione rifiuti elettronici che diventano terre rare, si può vincere. Tra l’altro, Itelyum è riuscita anche a costruire nuove alleanze attorno al suo progetto, e in particolare con il consorzio Eron e con l’azienda pugliese Globeco, che si occupano della raccolta dei rifiuti tecnologici, e con la società Osai, che invece è specializzata in automazione e robotica per lo smontaggio dei rifiuti elettici ed elettronici.
Foto di copertina tratta dalla pagina FB “Frosinone mi piace“
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