Estonia: dalle tasse alla sanità, come si vive nel Paese che ha digitalizzato tutta la pubblica amministrazione

Patria di Skype, in Estonia non si spreca carta e non si fanno lunghe file di attesa agli sportelli pubblici. I cittadini possono votare online e a scuola non ci sono pagelle o registri cartacei

Era il nove marzo 2020 quando, per fronteggiare l’emergenza coronavirus, il governo aveva disposto la chiusura, in tutta Italia, di scuole e università. Dopo innumerevoli discussioni su protocolli e linee guida, a settembre gli studenti, finalmente, avevano fatto ritorno sui banchi di scuola: le lezioni a distanza sarebbero state previste solo in casi di necessità. Da allora però la didattica a distanza è tornata ad essere, più volte, una scelta imprescindibile per contenere l’onda dei contagi. E a distanza di un anno dalla chiusura improvvisa di tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, le aule sono di nuovo vuote e otto studenti su dieci seguono le lezioni in DAD (didattica a distanza). Accade nelle scuole di Lombardia, Piemonte, Veneto, Provincia autonoma di Trento, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Campania, Molise e Puglia, attualmente in zona rossa. Ma le scuole sono chiuse anche in alcune regioni in zona arancione come Abruzzo e Umbria. In totale, su poco più di otto milioni di studenti, oltre sette, ogni giorno, seguono le lezioni da casa.

ESTONIA, IL PAESE DIGITALE

Durante il primo lockdown, la didattica digitale si era contraddistinta per le enormi difficoltà che avevano reso l’offerta formativa online un vero e proprio percorso a ostacoli. Non tutte le famiglie avevano a disposizione computer e tablet necessari per consentire ai propri figli di proseguire con lo studio. Tantissimi studenti si erano ritrovati a seguire le lezioni da un cellulare. E poi connessioni a internet carenti, o peggio ancora nessuna possibilità di connettersi alla Rete per poter portare avanti lezioni e interrogazioni e traffico dati insufficiente su smartphone e tablet. I problemi di connessione dipendono anche dalle infrastrutture: in alcune zone d’Italia non arriva la fibra e, in molti casi, la Rete ha una velocità di trasmissione dati decisamente scarsa che non permette di seguire al meglio le lezioni in live streaming. La digitalizzazione improvvisa delle nostre vite ha, inevitabilmente, aumentato le disuguaglianze e ha fatto emergere la centralità di internet, al pari di altri servizi essenziali.

In base ai dati emersi da una ricerca condotta dalla SIRDSocietà Italiana di Ricerca Didattica, in tutta Italia, durante il periodo compreso tra marzo e giugno 2020, gli studenti non raggiunti dalla didattica a distanza sono stati l’8 per cento. Il 18 per cento quelli raggiunti parzialmente. In pratica, circa due milioni di studenti, durante il primo lockdown e fino alla conclusione dell’anno scolastico, sono stati raggiunti poco o niente dall’insegnamento a distanza. Quasi uno studente su quattro, durante quei mesi, ha interagito poco o per nulla con i propri insegnanti, ben il 37 per cento fra i bambini della scuola primaria.

Il terzo rapporto Auditel-Censis “L’Italia post-lockdown: la nuova normalità digitale delle famiglie italiane”, ha rilevato, inoltre, che, in Italia, nel 2019 quasi tre milioni e mezzo di famiglie non disponevano di collegamento ad internet. Un numero che scende a 300mila tra le famiglie con almeno un occupato o uno studente.

Di recente, una ricerca realizzata dall’Ufficio di Ricerca UNICEF – Innocenti e Università Cattolica del Sacro Cuore ha documentato gli effetti della didattica a distanza sulla vita familiare e sull’istruzione durante il lockdown. Dall’indagine, svolta attraverso la somministrazione di questionari a 1.028 famiglie in tutta Italia, è emerso che il 27 per cento delle famiglie non possedeva tecnologie adeguate. Ben il 30 per cento dei genitori ha riportato di non avere avuto tempo a sufficienza per sostenere i propri figli con la didattica a distanza mentre il 6 per cento dei bambini non ha potuto prendere parte alle lezioni a distanza a causa di problemi di connettività o per la mancanza di dispositivi.

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ESTONIA, IL PAESE PIÙ DIGITALIZZATO D’EUROPA

Ma non solo l’Italia. La pandemia ha paralizzato i sistemi scolastici in tante parti del mondo. Eppure, c’è un Paese che, nel momento in cui il governo ha disposto la chiusura delle scuole, non ha avuto alcun problema con la didattica digitale, anzi ha portato avanti l’apprendimento a distanza come una situazione del tutto normale. Si tratta dell’Estonia, uno dei Paesi più digitalizzati e tecnologici al mondo. In questo sorprendente Paese dell’Europa settentrionale, ai confini con la Russia e la Lettonia, affacciato sul Mar Baltico, e quasi disabitato (conta solo un milione e trecentomila abitanti), la rete internet a banda ultralarga arriva ovunque, anche nelle campagne più isolate: nel 1997 il governo ha dichiarato l’accesso gratuito a Internet un diritto fondamentale.

E-SCHOOL IN ESTONIA

Ben il 99 per cento delle famiglie, in Estonia, dispone di connessione internet a banda larga e tutte le scuole estoni, da anni ormai, utilizzano programmi di e-school. La digitalizzazione in Estonia è partita proprio dalle scuole. Era il 1999 quando tutti gli istituti educativi sono stati dotati di una connessione a internet ultraveloce oltre che di personal computer, tablet, libri di testo digitali e lavagne interattive. Ma, al centro delle soluzioni digitali per lo studio, vi è “eKool“, un sistema che, oltre ad offrire tantissime possibilità per l’insegnamento e l’apprendimento, mette in contatto studenti, insegnanti e genitori.

LA PIATTAFORMA EKOOL

La piattaforma “eKool” permette agli insegnanti di inserire voti e presenze, visionare i commenti e i giudizi annotati dagli altri docenti e inviare messaggi ai genitori in modo che siano al corrente dei progressi e dei risultati raggiunti dai propri figli a scuola. Non ci sono quindi pagelle o registri cartacei in cui annotare voti, presenze e assenze ma, tutte le informazioni, vengono condivise in maniera digitale. Anche i compiti da svolgere a casa vengono assegnati attraverso “eKool” e tutti gli studenti hanno a disposizione una pagina personale, una sorta di e-portfolio, in cui memorizzare i compiti o gli elaborati a cui è stato assegnato un buon voto.

I dirigenti scolastici, invece, attraverso “eKool” organizzano l’orario delle lezioni e realizzano report e statistiche che poi confluiscono nell’Estonian Education Information System (EHIS), un sistema che raccoglie tutte le informazioni relative all’istruzione in Estonia e fornisce un quadro complessivo dei risultati raggiunti nel campo dell’educazione. E non solo. Attraverso il sistema è possibile iscriversi a un corso universitario trasmettendo i dettagli relativi al proprio percorso scolastico all’ateneo scelto, senza presentare niente di cartaceo, oppure, una volta conclusi gli studi, ottenere il certificato di laurea.

L’iscrizione a “eKool” è gratuita sia per gli studenti che per i docenti e i genitori: il sistema si finanzia mediante il ricorso ad annunci pubblicitari a tema istruzione. Vi sono poi servizi aggiuntivi, facoltativi, a pagamento. Le scuole, invece, pagano un canone mensile che varia in base al numero di studenti (si parte da 50 euro per le scuole con meno di 250 studenti).

X-ROAD IN ESTONIA

eKool rientra all’interno del progetto governativo e-Estonia avviato nel 1997 per facilitare le interazioni del cittadino con lo Stato attraverso il collegamento in Rete delle scuole e la digitalizzazione della pubblica amministrazione a tutti i livelli. L’infrastruttura più importante, quella che ha trasformato l’Estonia nel Paese più digitale del mondo, si chiama X-ROAD: una sorta di strada virtuale in grado di collegare tra loro tutti i servizi della pubblica amministrazione, dalle tasse da pagare, alla sanità fino alla motorizzazione. Il sistema consente agli uffici pubblici e privati, se autorizzati, di accedere ai propri database, in totale sicurezza, per ottenere i dati necessari allo svolgimento di una pratica. Il sistema memorizza la traccia di chi ha avuto accesso ai dati: tutte le verifiche non autorizzate sono vietate dalla legge. Questo significa che, ogni amministrazione può raccogliere solo i dati di cui ha bisogno e vede solo quelli che custodisce perché di sua competenza. Ad esempio: il proprio medico curante può avere accesso a tutti i dati che riguardano la storia medica del proprio paziente ma non può accedere ad altre informazioni non strettamente necessarie alla cura della persona. È attraverso X-ROAD che le diverse istituzioni, se autorizzate, possono scambiarsi i dati riguardanti una determinata persona. Ogni accesso, ovviamente, viene notificato: i cittadini hanno sempre il diritto di sapere chi e quando ha avuto accesso ai loro dati. Lo Stato protegge la privacy del cittadino e quest’ultimo osserva le norme, in un sistema di trasparenza reciproca.

VOTO ONLINE IN ESTONIA

In Estonia, non si spreca carta e non si fanno lunghe file di attesa agli sportelli pubblici. E, in caso di elezioni, i cittadini possono, tranquillamente, votare online. Il primo esperimento di e-vote risale al 2004: alle elezioni politiche del 2019, hanno votato online oltre 350mila cittadini.

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CARTA D’IDENTITÀ ELETTRONICA IN ESTONIA

Una vera e propria rivoluzione resa possibile dall’introduzione di una carta d’identità elettronica sulla quale sono memorizzati tutti i dati e le informazioni del singolo cittadino. Mentre in Italia, ad esempio, per identificarci, abbiamo la carta d’identità a cui si aggiungono la patente, la tessera sanitaria e la smart card o la pendrive per la firma digitale, in Estonia, l’identificazione digitale avviene attraverso un’unica tessera elettronica (ID card) con la quale è possibile pagare il parcheggio dell’auto o l’affitto, oppure prenotare una visita medica. Una volta inserita nel pc, la ID card permette di accedere ad un portale in cui sono contenuti tutti i dati personali, da quelli anagrafici a quelli scolastici, sanitari, bancari e lavorativi.

 (Photo credit: Serov Aleksei / Shutterstock.com)

E-ESTONIA

In Estonia, tutti i documenti possono essere firmati con la ID card. I cittadini possono accedere ai servizi della pubblica amministrazione anche tramite app: in questo caso è necessario richiedere al proprio operatore di telefonia mobile una speciale carta SIM a cui viene abbinato un codice pin. Un sistema di Mobile ID che permette di firmare digitalmente i documenti, pagare le tasse e accedere a tanti altri servizi.

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE DIGITALIZZATA IN ESTONIA

Una pubblica amministrazione completamente digitalizzata che permette agli estoni di risparmiare, ogni anno, fino a 2,8 milioni di ore di lavoro. Una svolta digitale dovuta anche ad una necessità: permettere a chi vive in piccoli centri lontani dalle città di poter accedere ai servizi pubblici. In Estonia, la Rete Wi-fi, pubblica e gratuita, si trova ovunque, nelle città ma anche nelle zone più isolate come ad esempio quelle boschive, sulle spiagge, sui mezzi pubblici e sui pullman a lunga percorrenza. Quella portata avanti in Estonia è stata una vera e propria rivoluzione culturale che ha coinvolto tutti nel programma di alfabetizzazione digitale, dalla Capitale Tallin ai piccoli centri quasi disabitati.

RESIDENZA DIGITALE IN ESTONIA

E non è tutto: in Estonia, dal 2014, è possibile richiedere, da ogni parte del mondo, una cittadinanza virtuale e ottenere una residenza digitale (e-Residency), uno strumento che permette di aprire una società o un’azienda, in pochi minuti e con pochi euro. Attualmente sono oltre 50 mila gli e-residents e di questi, oltre 2 mila sono italiani. Niente burocrazia e poche tasse: se l’azienda non produce reddito oppure reinveste gli utili, le tasse si azzerano. Sono tante le aziende che non hanno neppure la necessità di rivolgersi a un commercialista.

STARTUP IN ESTONIA

Patria di Skype, l’Estonia è prima al mondo nella classifica sull’imprenditoria del World Economic Forum. E terza in Europa per numero di startup pro capite: sono 31 ogni 100.000 abitanti.

Quando lo Stato individua un servizio che è possibile migliorare attraverso il ricorso alla tecnologia e alla Rete, organizza un lavoro di squadra e investe tempo e denaro fino a quando non raggiunge l’obiettivo prefissato. Ad esempio, a marzo scorso, una volta chiara la situazione di emergenza, un consorzio pubblico-privato ha lanciato un concorso per individuare idee e progetti in grado di affrontare la pandemia, destinando un finanziamento iniziale a ben cinque startup.

ROBOT FATTORINO IN ESTONIA

Una startup fondata nel 2014 da due co-fondatori di Skype, la Starship Technologies, a Tallin (ma anche negli Stati Uniti), in collaborazione con alcune aziende del food delivery, fa consegnare a domicilio panini, pizze e altri cibi a un robot fattorino in grado di spostarsi autonomamente grazie all’installazione di un GPS e di alcune telecamere. Attraverso un’app è possibile seguire il percorso del fattorino robot, in tempo reale.

IL GIUDICE ROBOT IN ESTONIA

Attualmente, tra i progetti più significativi vi è quello che prevede il ricorso all’intelligenza artificiale per dare vita a un giudice robot in grado di risolvere le controversie giudiziarie di modesta entità (inferiori a 7mila euro) e smaltire così le tante pratiche accumulatesi nel corso degli anni. Le sentenze saranno comunque appellabili o sottoposte alla verifica di un giudice. Anche in questo caso siamo davanti a un progetto che rientra all’interno di un più ampio programma di innovazione tecnologica della Pubblica Amministrazione.

ISEAUTO

Iseauto è invece un veicolo a guida autonoma sviluppato da trenta studenti under 30: programmato per compiere percorsi brevi che non superano i due chilometri e monitorato da un centro di controllo, il mini autobus ha una velocità massima di 30 km/h, ed è una soluzione aggiuntiva del trasporto pubblico, completamente a costo zero per tutti i cittadini estoni.

Una vera e propria Silicon Valley europea l’Estonia.

GOVERNO DIGITALE IN ESTONIA

E anche le università e i corsi sono completamente gratis per una gran parte degli studenti, e anche per quelli stranieri. Tra i corsi vi è ad esempio quello in “Cyber security”, e quello in “E-governance Technologies & Services”, fondamentale in un Paese in cui anche le attività del governo vengono svolte in maniera digitale, a partire dalle votazioni dei ministri. L’università della Tecnologia di Tallin, inoltre, ospita più di 100 aziende del settore hi-tech. Gli studenti hanno la possibilità di entrare in contatto con aziende e imprenditori e trovare il giusto supporto per rendere concrete le proprie idee e i propri progetti. Senza dimenticare che Tallinn è stata la Capitale europea della cultura nel 2011.

(Nell’immagine: Tallinn, la Capitale dell’Estonia)

La pandemia ha rimodellato la nostra vita e le nostre priorità: in un momento in cui la didattica digitale è tornata ad essere all’ordine del giorno per portare avanti l’attività scolastica, e in cui il ricorso allo smart working si conferma una misura importante per limitare i contagi, non possiamo permetterci ulteriori ritardi nella strada da percorrere verso il superamento del gap tecnologico e infrastrutturale che ancora caratterizza il nostro Paese. Anche per rendere la didattica a distanza e lo smart working due soluzioni finalmente virtuose e non più solo un rimedio di emergenza.

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