Nessuno può condannare Antonio Mastrapasqua, il presidente dell’Inps con decine di incarichi in altre società pubbliche e private, nè prima che si pronunci la magistratura su reati al momento solo ipotizzati nè attraverso una forma di linciaggio mediatico.
SPRECHI DI DENARO PUBBLICO – Ma il fatto sul quale bisogna riflettere è il seguente: il Sistema sanitario nazionale ha subito un danno di 85 milioni di euro, soldi sprecati anche a danno dei pazienti oltre che dei contribuenti, per una serie di rimborsi irregolari percepiti dall’Ospedale Israelitico di Roma, dove all’epoca dei fatti Mastrapasqua era direttore generale. Lui si dichiara estraneo alle accusa e dice di “non essere un mostro”. E sicuramente non lo è. Anzi, non è da escludere che la truffa (con schede dei pazienti falsificate) sia avvenuta senza che lui sapesse nulla.
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IL CASO MASTRAPASQUA – Però come può esercitare bene un mestiere così delicato come la direzione di un ospedale, ed evitare sprechi di denaro pubblico, un signore che, questo non lo dicono i magistrati ma la sua biografia, ha l’attitudine a collezionare incarichi, tutti rilevanti? Mastrapasqua, ricordiamolo, è presidente dell’Inps, vice presidente di Equitalia Spa, presidente di Idea Finit e del collegio sindacale di Telenergia. Ancora. È sindaco effettivo di Autostrade, del Coni, della Loquendo SpA ed è presidente della società degli Aeroporti di Roma.
L’elenco degli incarichi di Mastrapasqua non finisce qui, ma noi ci fermiamo per motivi di spazio. E’ evidente che in questa scheda professionale c’è qualcosa di troppo, e il rischio di commettere errori, prima ancora che potenziali reati, è molto alto. Ecco perchè Mastrapasqua ha tutto il diritto di difendere la sua onorabilità e le sue ragioni, ma deve farlo partendo da un passo indietro: le dimissioni dalla presidenza dell’Inps.
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