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Si possono ricilare anche i pannelli solari

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Tra i prodotti di più grande diffusione nell’ambito della tecnologia ambientale, in Italia vale la pena ricordare il caso pannelli solari.

Quello strano specchio si è infatti velocemente diffuso nel nostro paese come la più semplice e più accettata fonte di energia pulita e rinnovabile. Il mix dato dai contributi per l’acquisto dei pannelli, il concreto risparmio e una sana dose di coscienza ambientale ha funzionato, e se a tutto questo questo si aggiunge anche la possibilità di vendere l’energia in eccesso alla rete nazionale, si comprende facilmente perché chiunque abbia un tetto, o ci ha pensato o li ha installati. In Italia i pannelli solari si sono diffusi rapidamente nelle aziende piccole e medie, ma anche nelle abitazioni, per produrre energia o semplicemente acqua calda. Un vero boom, che ci porta ad avere oggi quasi 300.000 impianti sparsi sul territorio. E la diffusione è in ascesa: basta fermarsi in un qualunque autogrill autostradale per notare che la pensilina del parcheggio è coperta di pannelli solari, e la stessa cosa vale per i tetti delle nuove stazioni di servizio e cosi via.

Oggi in Italia i pannelli coprono una superficie di circa 85 kmq, ma come tutte le cose non sono eterni e la loro vita media si aggira intorno ai 20 – 25 anni. E poi? Se è davvero finita – o almeno ce lo auguriamo – l’era del ‘tutto in discarica’, come si smaltiranno tutti questi pannelli? O addirittura, si potranno riciclare? Da queste riflessioni nasce l’idea del Primo Consorzio Filiera per raccogliere i pannelli esausti al fine di smaltirli, riciclandone le materie principali, sino ad arrivare alla spedizione della cella fotovoltaica all’estero, in centri specializzati.

Martedì 11 ottobre, a Roma, si incontreranno il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, il presidente del Cobat (Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo), Giancarlo Morandi, e il presidente del Comitato IFI (Industrie Fotovoltaiche Italiane), Filippo Levati, per siglare un accordo che darà il via alla "Prima filiera italiana per la raccolta e lo smaltimento di pannelli fotovoltaici". Sarà inoltre realizzata una mappatura completa di tutti gli impianti solari in esercizio in Italia, cosi da consentire una tracciabilità dei moduli esausti dal momento della raccolta sino all’impianto di riutilizzo finale. quadro completo del settore. Un’iniziativa ambientale che guarda al futuro e che potrà avere risvolti economici interessanti. La raccolta avvierà anche una sorta di protezionismo, che premierà le aziende italiane. Infatti, la dismissione sarà gratuita per i pannelli prodotti in Italia e invece si dovrà pagare un contributo per quelli provenienti dall’estero, come ad esempio nel caso dei famosi pannelli cinesi, economici sì, ma di minore qualità, durata ed efficienza.

Sembrerebbe proprio che, per una volta, si stia cercando di intervenire prima che i buoi siano scappati, o forse sarebbe meglio dire, prima che il sole sia tramontato.

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