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Quando la tecnologia fa un buco nell’acqua

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“Pare che l’iPhone4 sia il Vista di Apple, e a noi sta bene”. La frase che e’ scappata a Kevin Turner, manager ai vertici di Microsoft, puo’ essere letta in due modi. Il primo e’ la soddisfazione dell’azienda di Redmond per la gaffe della rivale di Cupertino, costretta alle scuse e all’impegno di inviare una cover gratuita agli acquirenti insoddisfatti del supertelefonino che, se impugnato con la sinistra, perde il segnale (l’Antennagate che e’ costato il posto al responsabile dello sviluppo). La seconda chiave di lettura e’ l’ammissione del clamoroso flop che Microsoft ha fatto con il sistema operativo pesante e tutt’altro che user friendly che la multinazionale lancio’ nel 2007. Perche’ anche i grandi sbagliano e quando accade fanno sempre un gran rumore.

La storia dei buchi nell’acqua tecnologici inizia nel lontano passato ? per esempio con il formato Betamax di Sony, lanciato nel 1975 e sconfitto senza possibilita’ di replica dal Vhs ?, fino ad arrivare ai giorni nostri. di settimana scorsa l’annuncio di Google di aver abbandonato il progetto Wave: il social network lanciato dalla Big G a meta’ 2009 e’ stato chiuso con disonore per mancanza di partecipanti. Non il primo progetto abortito dell’azienda di Mountain View, che nel tentativo di ridisegnare la Rete ha messo in fila insuccessi grandi e piccoli, da Google Answers al Voice Search, la ricerca vocale in Rete via telefonino dal 2008 in attesa di sviluppi.

Il pensiero comune vuole comunque che sia Microsoft l’azienda hi-tech piu’ votata ai flop. Ed effettivamente il colosso ha regalato diverse occasioni per fare feroce ironia ai suoi sempre numerosi detrattori. Si puo’ iniziare per esempio con Windows Bob, il sistema operativo concepito per offrire un approccio intuitivo ai computer e rapidamente dimenticato nei cassetti aziendali perche’ giudicato fallimentare, a iniziare dal nome. La lista degli errori di strategia targati Microsoft prosegue quindi con Zune, il lettore musicale che doveva fare concorrenza all’iPod e che e’ stato di fatto sepolto dalle discutibili scelte aziendali sul suo funzionamento, fino ad arrivare ai cellulari Kin: concepiti per i piu’ giovani, dopo 6 settimane di vita e 500 pezzi venduti, lo sviluppo dei socialfonini e’ stato interrotto lo scorso luglio.

Ma i flop, pur meno clamorosi, sono presenti anche nella storia della Mela morsicata. Un esempio e’ l’ Apple Newton Pda, una sorta di pre-iPad lanciato nel 1993 e naufragato sotto il prezzo clamoroso di 700 dollari e diversi problemi d’utilizzo. Tentativi di mercato ritirati in gran fretta, come il fascinoso Powermac G4 Cube, costoso e costruito con una plastica fragile, ritirato nel 2001 dopo solo un anno. Sorte non migliore per Apple Tv, un apparecchio da collegare alla televisione lanciato nel 2007 e finito nel limbo come tutti i cosiddetti mediacenter proposti negli anni anche da Microsoft o Sony. E proprio l’azienda giapponese e’ forse la piu’ grande collezionista di fiaschi tecnologici. La multinazionale di Tokyo negli anni ha lanciato nuovi supporti dalla vita commerciale non proprio entusiasmante: dopo il Betamax, e’ stata la volta dei Dat ? i Digital audio tape introdotti nel 1987 e scomparsi senza clamore ?, per poi passare ai Mini disc (1992) fino agli Umd, i dischi universali pensati per la console portatile Psp e presto dimenticati. Sempre sul fronte dei formati, Sony ha fatto pero’ segnare un successo nel 2008 con l’ufficializzazione del Blu-ray come standard per l’alta definizione: l’Hd Dvd di Toshiba e’ stato repentinamente abbandonato con buona pace per i molti che avevano comprato i nuovi lettori.

Nel mondo dei videogiochi e’ storica la de’bacle di Sega che provo’ nel 1998 a entrare nei salotti con il Dreamcast, console di gioco che dopo 3 anni di vita e’ diventata un oggetto da collezione. Un insuccesso anche peggiore l’ha dovuto metabolizzare Nokia con il primo progetto N-Gage: l’idea di fare telefonini come console portatili di gioco, lanciata nel 2003, si e’ subito rivelata fallimentare. Piu’ che un gioco, il cane robot di Sony Aibo voleva lanciare una tendenza: il cucciolo meccanico svelato nel 1999 non ha mai trovato molte case in cui insediarsi a causa del prezzo, circa 2.500 dollari. Altra rivoluzione mancata per il Segway: la biga elettrica che avrebbe dovuto cambiare il trasporto urbano dopo 2 anni dal lancio (2001) aveva venduto solo 6 mila pezzi. Errori di progettazione, scarsa autonomia e un costo che parte dai 5 mila euro.

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